Un approccio innovativo, da svolgere in team, è la nuova chiave di successo della chirurgia protesica articolare. Emerge dal secondo focus che si è svolto ieri a Siracusa, con la presenza di esperti e specialisti a confronto che si sono soffermati sul tema specifico degli interventi chirurgici, con l’inserimento delle protesi, per quanto riguarda il ginocchio e l’anca. Dopo il focus sulle protesi alla spalla dello scorso 20 maggio, l’appuntamento di ieri ha permesso l’approfondimento a 360 gradi attraverso l’intreccio di più punti di vista, da quello ortopedico al ramo radiologico, passando dalle possibili complicanze cardiovascolari fino a soffermarsi sulla riabilitazione che soprattutto per gli interventi di questo tipo rappresenta un passaggio cruciale e di fondamentale importanza. E tra indicazioni da seguire, benefici, problematiche da tenere sott’occhio ma anche qualità della vita per il paziente, i numerosi relatori hanno fornito il proprio punto di vista.

“Le novità interessanti riguardano l’approccio al paziente – ha spiegato il dottor Emanuele Lombardo, presidente del congresso medico nonché responsabile dell’unità funzionale di Ortopedia e Traumatologia dell’Istituto Ortopedico Villa Salus di Augusta – Siamo dinnanzi a continui e positivi progressi per quanto riguarda le protesi e le tecniche utilizzate con protesi che garantiscono al paziente un recupero molto avanzato, quasi del tutto paragonabile al quadro anatomico naturale. La vera novità è appunto l’approccio con cui in team ci si muove sulla problematica e nel rapporto con il paziente, che è la vera chiave di successo, cercando di garantire non solo i requisiti di sicurezza ma la possibilità di una ripresa normale attraverso il percorso riabilitativo”. Naturalmente, come sottolineato dai relatori che si sono alternati, nulla può essere lasciato al caso. In questa direzione la relazione del dottor Luciano Leone responsabile della Chirurgia Vascolare di Villa Salus: “Siamo dinnanzi a complicanze per fortuna che sono sempre minori anche perché l’ortopedico interviene con mezzi sempre più efficienti e sicuri. Naturalmente può accadere qualche problema e occorre saperlo prevenire o trovare la soluzione migliore. Attenendosi alle buone pratiche, a partire da una necessaria ottima profilassi, si può evitare l’insorgenza di problemi”. Ma anche dal confronto con i numerosi medici presenti, è stata ribadita l’importanza del percorso riabilitativo come sostenuto anche dal dottor Vincenzo Cimino, fisiatra: “Il punto chiave è certamente la collaborazione tra chirurgo e fisiatra. Questo significa saper lavorare in team e saper trovare il punto di confronto con tutte le figure mediche che seguono il caso. Ma è anche necessario partire dal paziente che deve rendersi conto del cambiamento per svolgere la riabilitazione nel modo più corretto e tornare quanto prima alla vita normale, senza limitazioni particolari e soprattutto senza dolore, cioè le problematiche che hanno portato all’intervento”.

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