Scene macabre e toni cupi. Per l’ultimo appuntamento con i cineforum all’ex convento dei carmelitani scalzi di Ortigia, il curatore Giuseppe Briffa e il suo staff hanno scelto “The tragedy of Macbeth” di Roman Polanski. Il “Sicilian Shakespeare Festival” è giunto al giro di boa “ma il meglio – ha assicurato Luciano Bottaro, ideatore e direttore artistico della manifestazione – deve ancora venire. Da ora in poi gli appuntamenti si intensificheranno con tanti eventi anche nelle altre città siciliane che hanno aderito al progetto, Ragusa, Catania, Messina e Palermo fino al gran finale del primo settembre a Palazzo Francicanava di Siracusa. Noi facciamo Shakespeare – ha concluso – perché non c’è niente di più moderno di quello che ha la dignità per diventare un classico”.

Ieri intanto è stato proposto uno dei film più violenti del regista polacco (naturalizzato francese) che racconta il modo in cui Macbeth, incitato dalla profezia di tre streghe, uccide il re Duncan di Scozia per impossessarsi del trono, salvo poi finire lui stesso per essere ammazzato con decapitazione. “L’orrore del reale – ha detto Giuseppe Briffa, riportando un passo del Macbeth – è nulla contro l’idea dell’orrore stesso. I miei pensieri, solo virtuali omicidi, scuotono la mia natura di uomo. Funzione e immaginazione si mescolano e nulla è se non ciò che non è”. Spiegando ai presenti le caratteristiche del film, Briffa ha proseguito così: “Il Macbeth è veicolo della teoria polanskiana, con ciò intendendo che il regista ha paura di quello che ci sta mostrando. Ha il terrore di quello che non vuole conoscere e, dunque, tramite la narrazione, lo misconosce perché non lo vuole affrontare, se non alla fine. Si cade così nell’orrore, nella drammaturgia da panico. E’ questa la grandiosità del cinema di Polanski. Quando noi vediamo una scena di violenza, avvertiamo che il personaggio non è in sé, ha un senso di dimenticanza e di disorientamento totale. La drammaturgia dunque è sempre in divenire. “Il Macbeth” è’ un film di rara bellezza con tramonti straordinari e un aspetto paesaggistico difficile da riscontrare nella filmografia degli anni 70. Il modo in cui riprende tutti i personaggi con il grandangolo medio e non cambia mai la lente, questo fa di Polanski un grande regista”. Da questa sera (con “Ran di Akira Kirosawa) i cineforum si spostano al Biblos Cafè di via del Consiglio reginale, con 8 appuntamenti, fino al 25 agosto. Poi altri due film al liceo artistico “Gagini”.

Oggi intanto arriva il grande regista Matteo Tarasco, il quale venerdì prossimo 23 agosto a Ragusa, per soddisfare la richiesta di un pubblico molto numeroso, farà due repliche di “Misura per misura”. A “Spazio 87” primo spettacolo alle ore 20, a seguire, con un cast diverso, il secondo. E a Siracusa (da stabilire ancora dove e quando), a grande richiesta, verrà replicato anche “Tutto Shakespeare”, lo spettacolo di Luciano Bottaro con Rosaria Salvatico e Salvo Sesto, andato in scena lo scorso 7 agosto a Ortigia.

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