“Ieri in Commissione Giustizia della Camera, il Ministero della Giustizia ha risposto all’interrogazione presentata, insieme al capogruppo della commissione giustizia On. Walter Verini, in cui si chiede al Ministero una verifica ispettiva al Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia e presso la Procura di Siracusa”. A dichiararlo Sofia Amoddio, deputato nazionale PD. “Il tema oggetto di ispezione riguarda  la vicenda dell’ampliamento della discarica Cisma”. “Nella risposta il Ministero ha precisato che la Procura della Repubblica di Siracusa è, da tempo, alla costante attenzione del Ministero della Giustizia  che sta accertando i profili di criticità e che l’attuale svolgimento d’indagini, ancora coperte dal segreto investigativo, rende opportuno rimandare una ulteriore attività di accertamento”. Le ricostruzioni giornalistiche sull’inchiesta Cisma, evidenziavano come dovendo pronunciarsi sull’ampliamento della discarica, i giudici amministrativi del Tar e del CGA fossero stati indotti in errore dall’attività dell’ing. Vincenzo Naso (sottoposto alla misura interdittiva dell’esercizio della professione) e dell’ing. Verace, nominato commissario ad acta nell’ambito del giudizio amministrativo (sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari), entrambi nominati consulenti tecnici dal Pubblico Ministero di Siracusa, Giancarlo Longo, nell’ambito del procedimento penale avente ad oggetto la medesima discarica Cisma. “Secondo quanto riferisce il Ministero della Giustizia – informato dal Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catania – tanto la consulenza redatta dal Naso che quella del Verace sono state ritenute dal G.I.P. ideologicamente false e preordinate a favorire la posizione della Cisma”. “Nella risposta all’interrogazione si sottolinea che il Ministero della Giustizia sta svolgendo gli opportuni approfondimenti istruttori in relazione al conferimento dei citati incarichi di consulenza tecnica e altri accertamenti, alla luce della relazione del 21 aprile 2017, trasmessa dal Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di appello di Catania”.

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