Grande maratona all’Ars prima della pausa estiva. Ieri si è votato sulla norma che istituiva due nuovi parchi. L’Assemblea con voto segreto (33 favorevoli e 24 contrari) ha approvato un emendamento soppressivo dell’articolo. Il governo così cade in aula per la seconda volta in due giorni. Il voto è arrivato dopo un lungo dibattito in aula, i deputati sostenitori della norma avevano avvertito che, in caso di bocciatura, sarebbe stato a rischio l’intero collegato per il venir meno dello schema di norme su cui era stato raggiunto un accordo tra maggioranza e opposizioni. Dopo la soppressione della norma, alcuni deputati della maggioranza si sono avvicinati ai banchi del governo: il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha sospeso i lavori per alcuni minuti. Il giorno prima il governo era caduto in aula, col voto segreto, sull’emendamento che prevedeva la soppressione della norma per la liquidazione di Riscossione Sicilia, la società pubblica che riscuote le imposte nell’isola amministrata dall’avvocato Antonio Fiumefreddo. Durante una pausa dei lavori parlamentari è stata poi predisposta la riscrittura della norma sulla liquidazione. La Regione avvierà le procedure, ma ha tempo fino al 31 dicembre del 2018, perché entro quella data dovrà essere stipulata un’apposita convenzione con il ministero dell’Economia “che assicuri il mantenimento dei livelli occupazionali del personale con contratto a tempo indeterminato in servizio a far data 31 dicembre 2016”. Lo stop a Riscossione arriverà, dunque, ma non subito. Nulla di fatto, infine, sulla fusione Anas-Consorzio autostrade siciliane. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha convocato per il prossimo 5 settembre una Conferenza dei capigruppo a cui tocchera’ stabilire se esaminare la norma entro la fine della legislatura o lasciarla ai parlamentari che occuperanno gli scranni dell’Ars dopo le regionali del 5 novembre. Navigazione articoli Caos all’ARS: ritorno al passato, tornano le Province in Sicilia. Siracusa, Parcheggi pubblici ai privati? I consiglieri Sorbello, Vinci e Zappalà: ” No, grazie! “