Il Castello Eurialo di Siracusa, che rappresenta una delle più grandi e complete opere militari del periodo greco in Sicilia, fatto costruire tra il 402 e il 397 a.C. dal tiranno Dionisio I, dal primo luglio scorso ha sbarrato le porte ai visitatori. «A seguito della riforma del dipartimento dei Beni Culturali e la nascita dei poli museali ci saremmo aspettati una diversa attenzione del governo regionale per gestire i processi di cambiamento organizzativo dovuti anche a un forte depauperamento del personale», dicono Michele D’Amico e Simone Romano, segretari regionali del Cobas/Codir e del Cupas/Codir per le politiche dei beni culturali siciliani.  

«Invece, nonostante il sindacato abbia più volte chiesto alla politica un cambio di passo – aggiungono – ci troviamo costretti a dovere registrare e a raccontare episodi mortificanti come il caso dei monumenti chiusi al pubblico lasciando i turisti disorientati e sbigottiti, cui non rimane altro con i loro commenti sui social di manifestare il disprezzo della governance della Sicilia e degli stessi siciliani che la esprimono». 

«Auspichiamo – concludono D’Amico e Romano – un intervento rapido da parte del vertice assessoriale affinché si possa porre un argine allo sfascio generato da una politica fumosa e inconcludente ripristinando ove possibile la fruizione del Castello Eurialo di Siracusa».

 

 

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