Prosegue il meraviglioso viaggio della Nave Scuola Amerigo Vespucci, lo splendido veliero della Marina Militare che, a dispetto dei suoi 86 anni, è pronta in una nuova “avventura” che l’ha portata a solcare i mari fino agli Stati Uniti e al Canada e che ora continua in Spagna, per giungere in Italia, all’Isola D’Elba, dove si fermerà a Portoferraio. Il rientro a Livorno, in Accademia, è previsto il 23 settembre. Questo viaggio ha rappresentato una campagna addestrativa per gli Allievi Ufficiali della prima classe dell’Accademia Navale di Livorno, i cosiddetti Cadetti. Per loro Nave Vespucci rappresenta una vera “scuola galleggiante”: qui impareranno tutte le tecniche marinaresche e ogni “segreto” sulla navigazione, che poi servirà loro, una volta diventati Ufficiali della Marina Militare.

Anche quest’anno sono presenti in 100 a vivere l’esperienza della campagna estiva, che completa un percorso di formazione iniziato lo scorso ottobre.

Il motto di Nave Vespucci è “Non chi comincia, ma quel che persevera”, frase che viene attribuita a Leonardo da Vinci e che esorta a portare a termine le proprie azioni.

La Nave Scuola A. Vespucci aveva una “gemella”, il Cristoforo Colombo, che entrò in servizio nel 1928 e fu nave scuola fino al 1943. Nel 1949, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, fu ceduta come risarcimento danni all’Unione Sovietica, che la utilizzò a sua volta come nave scuola fino al 1963 con il nome Dunay (Danubio).

Il suo nome lo si deve al celebre navigatore Amerigo Vespucci, amico a sua volta di Cristoforo Colombo con cui partecipò all’allestimento della seconda spedizione verso l’America.

A prora si trova la cosiddetta “polena”, realizzata in bronzo dorato, che rappresenta proprio Amerigo Vespucci. Le decorazioni di poppa e i fregi di prora, invece, sono in legno ricoperti di foglie d’oro zecchino.

A bordo della Nave Scuola A. Vespucci lavorano solitamente circa 270 militari. A questi nel periodo estivo si aggiungono gli Allievi dell’Accademia Navale di Livorno, circa un centinaio, oltre ad un team di supporto di una trentina di militari, che fanno salire a oltre 400 le persone imbarcate sul veliero.

Il veliero può essere considerato simbolo e precursore del “Made in Italy”: a progettarla è stato l’ingegnere e tenente colonnello Francesco Rotundi, direttore dei cantieri navali di Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli. Dal giorno del varo, il 22 febbraio 1931, ha continuato ad essere Nave Scuola della Marina Militare, fatta eccezione per il periodo bellico.

Nella campagna 2017 la Nave sta rappresentando l’Italia e il “Made in Italy” all’estero.

E’ siracusana, il primo nocchiere della storia del Vespucci: volontaria con contratto quadriennale, il suo nome è Federica Rametta. Ha 23 anni ed un diploma delle Magistrali. Il papà, carabiniere, la voleva nell’Arma. Lei ha deciso, invece di partire volontaria in Marina Militare.

“ E’ stato un mio desiderio che ho manifestato con tutto il mio entusiasmo ” – ammette senza debolezze il sottocapo.

” Ti mettono alla prova, devi dimostrare che puoi farcela. Ora mi hanno destinato all’albero di maestra. Andrò lassù”, dice, con gli occhi che luccicano. Sarà una funambola del mare che si arrampicherà fin sotto le nuvole per spiegare e chiudere le vele, in piedi sui pennoni.

“Inutile, io sono innamorata di questa nave. Sogno di entrare nell’equipaggio fisso, in servizio permanente. Abbandonare questo lavoro per un uomo? Magari per un figlio, in futuro”.

Non chi comincia, ma quel che persevera, giustappunto, che è poi il motto della nave.

 

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