In merito all’esito delle elezioni regionali dello scorso 5 novembre Giancarlo Garozzo, primo sindaco “renziano” di Siracusa e componente della direzione nazionale del Partito democratico, dichiara quanto segue:
“Dopo il risultato disastroso fatto registrare dal Partito democratico, sia a livello regionale che provinciale, il segretario regionale Fausto Raciti e il segretario provinciale di Siracusa Alessio Lo Giudice dovrebbero dimettersi. E con loro dovrebbe fare una seria riflessione anche Matteo Orfini che in piena campagna elettorale, invece di venire in Sicilia per sostenere la candidatura di Fabrizio Micari a presidente della Regione ha pensato bene di recarsi a Carlentini per fare cosa? Costituire l’area Orfini. Viene da ridere ma la cosa è tristemente seria.
Resto basito e fortemente perplesso davanti agli atteggiamenti tenuti da questi tre personaggi, Raciti, Lo Giudice e Orfini, prima, durante e dopo la campagna elettorale per le regionali.
Il segretario provinciale Lo Giudice, il giorno dopo le elezioni dirama un comunicato stampa di pura retorica per redarguire personalità varie quasi a voler attribuire loro i risultati ottenuti dal partito in provincia, farfugliando di regole e di statuto.
Ritengo che l’unica cosa gli resti da fare sia dare le dimissioni anche perché è del tutto ingiustificabile e squalificante per chi si definisce segretario, come appunto Lo Giudice o lo stesso Raciti recarsi a Carlentini, in piena campagna elettorale, insieme a Matteo Orfini, leader nazionale del Pd per costituire l’area Orfini. Un’azione, questa, volta non a sostenere la candidatura di Fabrizio Micari ma a rendere merce di scambio i voti della zona Nord della provincia. Voti che poi saranno determinanti per uno dei candidati della lista del Pd, vicino ovviamente a Raciti. Senza contare la presa in giro fatta a un intero territorio promettendo una candidatura alle nazionali e regalando illusioni prive di qualunque concretezza.
Se dirigenti provinciali, regionali e nazionali si comportano in questa maniera e si prestano a queste operazioni di basso cabotaggio è chiaro a tutti che il Pd non c’è più.
Il risultato fallimentare registrato alle elezioni regionali è da attribuire in larga parte proprio a Raciti che ha gestito in maniera scomposta tutto il percorso verso le elezioni, dalla stesura delle liste al metodo per scelta del candidato presidente. Questo fa di lui l’artefice e l’attore principale del disastro del Pd.
Questi personaggi e i loro atteggiamenti sono uno dei motivi che hanno spinto tante persone che credevano nel Pd ad allontanarsi dal partito, a scegliere di non votarlo, a consegnare la nostra regione nelle mani del centrodestra. A mio avviso l’unica cosa che possono fare è rassegnare immediatamente le dimissioni”.
Non si fa attendere la replica di Alessio Lo Giudice. “Le affermazioni del sindaco Garozzo non sembrano certo quelle di un dirigente del Pd. Ma è coerente con il suo esplicito sostegno a un candidato all’Assemblea Regionale Siciliana appartenente alla lista di Alternativa Popolare. Sostegno tanto più imbarazzante considerato che non mi risulta che Garozzo si sia ad oggi dimesso dalla Direzione Nazionale del PD, di cui è componente”. Così però il segretario provinciale offre un assist a Garozzo che potrebbe ricordare come Cutrufo, il candidato finito in Ap, doveva essere uomo del Pd ma poi, clamorosamente, fatto fuori dalla lista dagli stessi organi provinciali del Partito Democratico.
“Perché mai Garozzo si stupisce del fatto che Matteo Orfini, come tanti altri dirigenti nazionali, abbia fatto il suo dovere girando la Sicilia e facendo campagna elettorale per il Pd in alcuni Comuni della provincia di Siracusa? E perché si stupisce del fatto che sindaci del Partito Democratico abbiano votato per il Pd e per i suoi candidati? In realtà, il sindaco Garozzo sembra avere poca dimestichezza con le regole del Partito Democratico. Una scarsa dimestichezza ampiamente dimostrata nella campagna elettorale appena conclusa, in cui si è adoperato per sottrarre voti alla lista del Pd. Ho l’impressione – conclude  Lo Giudice – che la reazione scomposta di Garozzo sia volta solo a spostare l’attenzione dal disastro politico prodotto dalle sue stesse scelte”.
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