I consiglieri comunali di Progetto Siracusa Cetty Vinci e Salvo Sorbello hanno presentato un’interrogazione urgente all’Assessore al bilancio Piccione, per chiedere in che modo verrà garantito il sacrosanto diritto delle famiglie siracusane a far frequentare ai propri figli gli asili nido a partire dal settembre prossimo.

“Già le famiglie sono state fortemente penalizzate per la scelta di questa Amministrazione, in palese violazione dello stesso regolamento vigente (che evidentemente deve essere rispettato solo dai cittadini e non dall’Amministrazione stessa!) di chiudere, a differenza di quanto avveniva nel passato, gli asili per tutto il mese di luglio. Ora è a fortissimo rischio la stessa riapertura a settembre.

L’assessore Piccione si esprima quindi in maniera chiara e informi subito le famiglie se, dopo la pausa estiva, gli asili nido siracusani riapriranno regolarmente. Sarebbe veramente scandaloso se, proprio quando gli asili nido diventeranno per legge servizi generali educativi e non più a domanda individuale, a Siracusa non si riuscisse a garantirne neppure la semplice apertura. Chiediamo inoltre di sapere, anche alla luce dei seri problemi che si sono verificati in alcune strutture, se tutti gli asili nido comunali sono in possesso dei certificati di agibilità in regola, che attestino l’esistenza, nei singoli edifici, delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità; dalle notizie in nostro possesso solo tre strutture sarebbero in regola.

In una città come la nostra – proseguono Vinci e Sorbello – che corre a velocità preoccupante verso un vero e proprio suicidio demografico (facendo registrare un crollo delle nascite in soli due anni di circa il 22 per cento), è davvero sconcertante, come evidenziato anche dalla recente relazione del difensore comunale dell’infanzia, che non si guardi con sufficiente lungimiranza al futuro. Siracusa ha fruito in questi ultimi anni di ingenti risorse nazionali proprio per gli asili nido (parliamo di svariati milioni di euro) ed invece un asilo nido, finanziato e per il quale sono stati spese decine di migliaia di euro per gli arredi, non è mai stato addirittura aperto.

Non si capisce inoltre – concludono Vinci e Sorbello perché le famiglie con reddito zero debbano pagare 50 euro al mese per l’asilo nido, mentre per altri servizi, come la refezione, godono correttamente di condizioni di gran lunga migliori”.

 

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