Siracusa ha la necessità di avere un Piano per l‘abbattimento delle barriere architettoniche approvato ed operante. E ne ha bisogno non solo per adempiere ad un obbligo di legge, ma soprattutto perché la nostra città è piena di ostacoli per le circa tremila persone con disabilità, per le mamme che portano i loro figli nel passeggino, per coloro che, a causa di un incidente, sono disabili temporanei. 

Questa necessità è stata più volte evidenziata: da consigliere comunale ho presentato numerose interrogazioni ufficiali e, in risposta all’ultima in ordine di tempo, che risale al 2017, l’assessore protempore dell’allora giunta Garozzo si impegnò a sbloccare l’iter di approvazione. Lo scorso anno, poi, una petizione per ottenere il varo del Peba, con diverse centinaia di firme raccolte dal Coprodis, il Coordinamento provinciale delle associazioni per i disabili, è stata presentata al Sindaco di Siracusa.

È pure indispensabile che, in attesa del Peba, vengano applicati i provvedimenti già operativi: in virtù di una proposta presentata da me e da Cetty Vinci ed approvata all’unanimità dal precedente consiglio comunale, è tuttora vigente a Siracusa l’obbligo di destinare il 10 per cento di quanto viene incassato annualmente come oneri di urbanizzazione, proprio all’abbattimento delle barriere.

Sono fiducioso che il voto negativo del consiglio di sabato scorso sia stato solo uno scivolone temporaneo, dovuto a malintesi, perché lo stimolo del consigliere Bonafede ad avere al più presto un Peba operativo è senza dubbio alcuno da sostenere. Spero quindi che, già nelle prossime settimane, ci sarà modo per rimediare e procedere insieme per una Siracusa per l’uomo, a misura d’uomo.

Salvo Sorbello – dirigente provinciale Acli

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