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Il centro storico di Augusta continua a vivere momenti drammatici a causa della mancanza di acqua potabile nella abitazioni. Sono trascorsi ormai oltre 72 giorni da quando si sono manifestati i primi disagi in città e il sindaco Cettina Di Pietro, con l’ordinanza sindacale n.49 del 25 ottobre 2019, ha vietato la potabilità dell’acqua. L’amministrazione, attraverso il proprio canale Telegram, il 9 dicembre 2019, invitava la popolazione a non utilizzare l’acqua se non per gli scarichi dei sanitari. “Dopo essere stato in prima persona promotore di una manifestazione in piazza il 13 dicembre 2019 – dice Manuel Mangano, presidente dell’associazione “Bella Storia” e già segretario cittadino de “I Giovani democratici”  – a cui hanno preso parte circa cinquecento persone, l’amministrazione ha deciso di fornirsi di autobotti che potessero assistere i cittadini fino alla fine dei lavori previsti per la risoluzione del problema. Successivamente ad un intervento durato oltre venti giorni, la situazione sembra solo di poco migliorata e i cittadini continuano a ricevere nelle proprie abitazioni acqua torbida o in alcuni casi persino a non riceverla. Per questo motivo – conclude Mangano – ho deciso d’iniziare uno sciopero della fame da libero cittadino, finché la situazione non verrà del tutto ristabilita e l’acqua potabile non tornerà nelle case dei miei concittadini, taluni ancora ignari del pericolo proveniente dall’uso di quell’acqua per uso potabile, dato che poco è stato fatto per la diffusione della notizia tra coloro i quali non usano i social, specie gli anziani allettati”.

Manuel Mangano puntualizza di aver avviato lo sciopero della fame da libero cittadino, così come quando il 13 dicembre scorso si è fatto promotore dei sit –in di protesta. Nel corso della conferenza stampa ha ricordato quanto è avvenuto dal 25 ottobre scorso, data in cui è stata emessa l’ordinanza sindacale che vieta l’utilizzo a uso potabile dell’acqua del pozzo dei giardini pubblici alla cui erogazione, l’attivazione del pozzo del cantiere navale Tringali, nei giorni scorsi, sembrava aver messo temporaneamente fine ma ecco che un nuovo intoppo fa ancora sgorgare l’acqua del pozzo della villa comunale. “Una serie di sfortunate circostanze non ha portato finora a soluzione il problema? La sfortuna ci avrà messo il carico, ma da troppo tempo il problema attende una soluzione. Quindi non è solo colpa imprevisti, ma dell’incapacità di far fronte all’emergenza che ripeto – sottolinea  Manuel Mangano – in altre città non sarebbe perdurato così tanto”.

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