I Finanzieri del Comando Provinciale di Siracusa hanno, recentemente, concluso un’indagine in materia di spesa pubblica, denunciando 24 soggetti che hanno indebitamente percepito il “Reddito di Cittadinanza” per oltre 200 mila euro.
Il servizio nasce da una mirata attività informativa: nel corso del monitoraggio è stata individuata una platea di soggetti che ha omesso di dichiarare situazioni soggettive costituenti cause di esclusione dall’accesso alla particolare misura di sostegno.
La concessione del beneficio quale misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale è subordinata a una serie di requisiti reddituali, patrimoniali nonché di c.d. compatibilità che i nuclei familiari devono possedere cumulativamente al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio.
Tra i requisiti di compatibilità, il legislatore ha previsto, tra gli altri, l’assenza di uno stato di detenzione e, più in generale, di condanne definitive intervenute nei 10 anni precedenti di chi ne fa richiesta. Se ad essere sottoposto a detenzione o condanna è invece un componente del nucleo familiare del richiedente, allora il sostegno economico è ridotto secondo parametri prefissati dalla norma.
Partendo da tale precetto, le Fiamme Gialle della Compagnia di Siracusa, hanno avviato mirati controlli sulla posizione di circa 100 nuclei familiari residenti nella provincia aretusea finalizzati alla verifica dei requisiti richiesti dalla specifica normativa.
Nel corso delle indagini sono stati smascherati 24 soggetti che hanno, indebitamente, percepito il Reddito di Cittadinanza in quanto:

  • 3 non hanno comunicato l’intervenuta carcerazione;
  • 3 non hanno comunicato la sussistenza di condanne definitive, intervenute nei 10 anni
    precedenti la richiesta, per taluno dei delitti di cui all’art. 7, c. 3, del D.L. 4/2019;
  • 13 familiari di detenuti hanno omesso di indicare, nelle istanze per il beneficio, la
    condizione detentiva del componente del proprio nucleo familiare ottenendo un
    sostegno economico senza riduzioni;
  • 5 familiari di condannati non hanno comunicato la sussistenza di condanne definitive di
    un componente del proprio nucleo familiare, intervenute nei 10 anni precedenti la
    richiesta, per taluno dei delitti di cui all’art. 7, c. 3, del D.L. 4/2019.

Tra i detenuti, di cui 11 appartenenti a noti clan della provincia aretusea, risultano soggetti sottoposti a misura restrittiva per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio e rapina.
Tutte le posizioni illecite sono state segnalate alla Procura della Repubblica di Siracusa per aver fornito dichiarazioni false e omesso informazioni dovute in sede di richiesta del Reddito di cittadinanza e, contestualmente, all’INPS per la revoca e il recupero del beneficio economico in questione.
L’importo complessivo delle somme indebitamente elargite dall’INPS, di cui è stato chiesto il recupero, ammonta a oltre 200 mila euro: sarà interrotta, nel contempo, l’erogazione del sussidio che avrebbe altrimenti comportato, fino al termine del periodo di erogazione della misura, un’ulteriore perdita di risorse pubbliche di circa 135 mila euro.
Il risultato conseguito, caratterizzato in questo periodo da una diffusa richiesta di sussidi pubblici per sopperire alle difficoltà connesse alla pandemia da Covid19 in atto, testimonia l’approccio multidisciplinare e trasversale dell’azione sviluppata nelle attività di servizio dalla Guardia di Finanza, che opera costantemente allo scopo di assicurare che le risorse apprestate dallo Stato siano effettivamente destinate alle fasce più deboli e bisognose della popolazione e non siano invece preda di individui disonesti e irrispettosi delle leggi.

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