Di Emanuele Scieri, il militare siracusano morto nella caserma “Gamerra” di Pisa il 13 agosto 1999, si parla molto negli ultimi giorni, dopo i clamorosi sviluppi dell’indagine della Procura toscana che ha indagato su tre suoi commilitoni. A distanza di 21 anni una vittoria per la famiglia e gli amici che non hanno mai abbassato la guardia. Nelle scorse settimane la Cassazione ha risolto il conflitto di giurisdizione tra il Gip del Tribunale di Pisa e il Gip del Tribunale militare di Roma, in merito alla vicenda giudiziaria legata alla morte del parà siracusano. La Suprema Corte ha, infatti, dichiarato la giurisdizione del giudice ordinario, disponendo la trasmissione degli atti al Gip del Tribunale di Pisa, che presiederà l’udienza preliminare il prossimo 29 marzo. “Spetta ora alla giustizia fare il suo corso con l’augurio che la verità sulla morte di Emanuele Scieri possa finalmente essere scritta e le responsabilità accertate”, commenta Carlo Garozzo, presidente dell’associazione “Giustizia per Lele” e amministratore del gruppo facebook “Verità e giustizia per Lele Scieri”, che ha da poco superato quota 9 mila membri. Nel procedimento incardinato dalla giustizia ordinaria, risultano indagati per l’ipotesi di reato di “omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi” tre ex caporali della Folgore, mentre due ex ufficiali sono accusati di “favoreggiamento”. Dal Gup del Tribunale militare capitolino, invece, veniva contestata ai soli tre ex caporali l’ipotesi di reato di “violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato, in concorso”. “Un grande sentimento di vicinanza a Emanuele Scieri, alla sua famiglia e a noi amici ha trovato grande diffusione nel mondo “social” – aggiunge – Grazie ad una iniziativa nata spontaneamente all’interno del nostro gruppo facebook “Verità e Giustizia per Lele”, tantissime persone stanno aderendo al gruppo sposando la nostra nuova iniziativa: #iosonolele #giustiziaperlele”. Due hashtag che stanno trovando ampia diffusione nei gruppi social, in particolare siracusani, anche attraverso la recente creazione di un motivo digitale che si applica automaticamente alle immagini di profilo degli utenti. “Abbiamo bisogno del supporto di tutta la cittadinanza attiva per tenere alta l’attenzione sulla vicenda di Emanuele Scieri – afferma Carlo Garozzo – Abbiamo atteso 21 anni e la nostra città ha dimostrato, a tutti i livelli, di portare nel cuore la vicenda di Emanuele. Siamo tutti Emanuele Scieri”. Navigazione articoli Carlentini, vaccinato un uomo di 101 anni SIRACUSA. OPERAZIONE “ALGERI”: I CARABINIERI ARRESTANO UN ‘ALTRA PERSONA SOTTRATTASI AL BLITZ DI MARTEDÌ