“Abbiamo assistito tutti con sgomento all’intervento delle forze dell’ordine per lo sgombero coatto di 30 lavoratori. E questo perché, in tal modo, si trasforma un serissimo problema sociale in una questione di ordine pubblico. Forse prima di decidere ci si sarebbe dovuto porre il problema di dove altrimenti essere collocati” – lo dichiarano Pippo Zappulla e Ninni Gibellino Segretario regionale e cittadino di ArticoloUno. “Con queste scorciatoie non ci siamo proprio – affermano i due esponenti di Art1 – in quanto a Cassibile da molto, troppo tempo si consuma una grande operazione di illegalità di massa. Circa 300 lavoratori di colore vengono sfruttati senza diritti, senza servizi degni di una società civile, accampati alla meglio nelle campagne, con precari se non inesistenti servizi igienici e senza un tetto dove trascorrere le notti. Sono quasi tutti lavoratori regolari ma trattati come figli di un dio minore. Questa è la realtà amarissima, situazione che è stata vissuta con umanità ma anche con profondo disagio dalla stragrande maggioranza dei cittadini di Cassibile che reclamavano capacità di accoglienza, solidarietà insieme a sicurezza e legalità”. “Se dopo tanti anni – precisano Zappulla e Gibellino – il problema rimane sostanzialmente irrisolto ognuno, soggetti istituzionali e organi di controllo, devono fare i conti con i propri ritardi e responsabilità senza pensare di scaricarli in modo vergognoso sugli altri. E così come abbiamo dato atto positivamente all’Assessore Rita Gentile di avere definito un progetto concreto per avviare una gestione seria del fenomeno ci lascia fortemente contrariati leggere commenti di altri esponenti della stessa amministrazione che non trovano di meglio, invece di interrogarsi autocriticamente su quanto occorre ancora fare, che scaricare sul sindacato limiti e difficoltà clamorosamente addebitabili al mercato del lavoro e al sistema delle Imprese che utilizzano questi lavoratori. Non è ozioso rammentare, peraltro, che il disagio e le rivendicazione delle comunità di Cassibile riguardano anche altri temi (qualità della vita, organizzazione dei servizi, viabilità, spazi e Fontane Bianche) che rischiano di concentrarsi sulla vicenda migranti e su cui evidenti sono i ritardi e i limiti dell’amministrazione comunale attuale e quelle precedenti di ogni colore. Ci si aspetta di sentire la voce delle Imprese agricole e delle loro associazioni per capire cosa intendono fare, di nuovo e di serio, per arginare un fenomeno di sfruttamento con il dilagare del caporalato, per mettere in campo organizzazione del lavoro, dei trasporti e dei servizi dignitosi e civili. Così come ormai da tutti richiesto e invocato si attende che la Prefettura assuma il coordinamento della vicenda e insedi con urgenza un tavolo permanente di confronto per la individuazione delle soluzione. Importante la realizzazione del villaggio entro il mese ma deve essere chiaro non è questa la soluzione adeguata ad uscire dall’emergenza, in quantità di posti e in qualità dei servizi”. “Noi – concludono dichiarando Zappulla e Gibellino – stiamo dalla parte di questi lavoratori che meritano rispetto e diritti, della stragrande maggioranza dei cittadini che invocano capacità di accoglienza e sicurezza senza strumentalizzazioni politiche e razziste, del sindacato che cerca con i limiti oggettivi ma con grande generosità e impegno di arginare e contrastare il fenomeno dello sfruttamento e di quanti nel mondo cattolico e della associazioni di volontariato si impegnano per offrire umanità e accoglienza solidale”. Navigazione articoli Recovery Plan, appello di Anci Sicilia ai comuni del Sud: “Consolidare coinvolgimento” Augusta. Panchine rosse per dire no alla violenza sulle donne.