Covid. Dall'1 febbraio Sicilia zona arancione. Ecco cosa si può fare e cosa  no - Tempo Stretto - Ultime notizie da Messina e Reggio Calabria

La Sicilia resterà in zona arancione per un’altra settimana e almeno fino al 9 maggio. Lo dice il report settimanale dell’Iss anche se ancora il ministo Speranza non ha firmato l’ordinanza che arriverà nel pomeriggio. L’Isola, ha un Rt maggiore di 1 e «una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2». Un fatto che allontana l’ipotesi di una zona gialla con la conseguente riapertura di molte attività. La Regione è in attesa della conferma dalla riunione della cabina di regia ministero della Salute-Iss-Regioni, ma i dati contenuti nella bozza diffusa dall’Istituto superiore di Sanità non lasciano speranze e l’Isola vede slittare di una settimana le ripartenze già possibili dal 26 aprile nelle regioni gialle. Ristoratori ed altre categorie produttive dovranno aspettare ancora per riaprire le saracinesche delle loro attività. Il trend dei contagi comunque lascia ben sperare: dal 14 aprile si registra una lenta ma costante discesa della curva. E anche l’indice delle occupazioni di posti letto ordinari e terapie intensive è in diminuzione. Ma per l’Istituto superiore di sanità, serve che il dato si consolidi per almeno un’altra settimana prima di allentare la stretta. Intanto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, contesta il sistema delle fasce a colori «È stato utile nell’autunno dello scorso anno. Ora si possano trovare strategie diverse per essere più efficaci». Allo stesso tempo il governo ha chiarito alcuni dubbi relativi alle attività che sono ripartite. Per quanto riguarda bar e ristoranti in zona gialla (che possono effettuare solo il servizio ai tavoli all’aperto), i clienti possono entrare nei locali esclusivamente «per l’uso dei servizi igienici, per effettuare il pagamento del conto (ove non fosse possibile effettuarlo all’esterno) o per acquistare i prodotti per asporto» e comunque «per il tempo strettamente necessario» senza creare assembramenti. In fascia arancione e rossa, invece, «l’ingresso nei locali è consentito solo per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per asporto».

Cerimonie e banchetti

Le funzioni religiose che prevedono «la partecipazione di persone si possono svolgere, nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal governo con le rispettive confessioni». Sono possibili, quindi, celebrazioni religiose come per esempio i matrimoni. Restano però vietati feste e banchetti, così come restano chiuse le «sale da ballo, discoteche e locali assimilati». Sono consentite le tumulazioni e le sepolture «rispettando la distanza interpersonale di un metro tra le persone che vi assistono».

I negozi

Per quanto riguarda il commercio in zona rossa, il governo chiarisce «che trasporto, consegna e montaggio di mobili rientrano nella comprovata esigenza lavorativa» che giustifica gli spostamenti. Per lo stesso motivo, sono consentite «consegne alimentari anche fuori dal proprio comune». I negozi di alimentari e di prima necessità possono vendere solo questi beni. I responsabili del punto vendita devono «precludere ai clienti l’accesso a scaffali o corsie in cui siano riposti beni diversi».

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