Si celebra oggi la Giornata internazionale della famiglia, istituita nel 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per diffondere una maggiore consapevolezza in merito ai processi sociali, economici e demografici che coinvolgono le famiglie nel mondo.Ed è, quindi, l’occasione per verificare anche nella nostra realtà locale in che modo la famiglia, soprattutto dopo questa terribile pandemia, sta cercando di affrontare crescenti difficoltà. Assistiamo infatti all’aumento a vista d’occhio dei Neet, dei giovani che non studiano e non lavorano, anche a causa degli ostacoli che i nostri ragazzi incontrano per poter contare su adeguata formazione educativa e su occupazione non precaria.Restano bloccati di conseguenza per tanti anni nella condizione di figli e allontanano nel tempo la possibilità di diventare genitore.Sempre più difficile risulta poi conciliare lavoro e famiglia. Le giovani mamme si trovano ad essere penalizzate e spesso sono costrette a nascondere fino a quando è possibile la loro gravidanza al datore di lavoro.E’ poi una sconfortante realtà come le famiglie siracusane corrano il serio rischio di cadere in condizioni di povertà già dopo la nascita del secondo figlio, proprio per la carenza di sostegni adeguati.Ed infine non si può non tenere in considerazione la grande incertezza che si nutre in questo momento nei confronti di un futuro che viene visto come estremamente nebuloso e irto di insidie. Speriamo che le nostre amministrazioni locali facciano tesoro delle parole pronunciate ieri da Papa Francesco: “Occorrono politiche familiari di ampio respiro, lungimiranti: non basate sulla ricerca del consenso immediato, ma sulla crescitadel bene comune a lungo termine. Qui sta la differenza tra il gestire la cosa pubblica e l’essere buoni politici. Non arrendetevi, perché è bello sognare il bene e costruire il futuro. E senza natalità non c’è futuro!”. Navigazione articoli Covid, Musumeci: “La Sicilia da lunedì in zona gialla”. Cosa si può fare 17 MAGGIO GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO L’OMOFOBIA, ALESSANDRO BOTTARO (STONEWALL): “FENOMENO ODIOSO DA CONTRASTARE”