“Abbiamo predisposto delle campagne di vaccinazione di prossimità e nei comuni in cui il tasso di diserzione appare alto manderemo delle unità, delle Usca, d’accordo con medici di famiglia e, se c’è, col presidio ospedaliero, per incoraggiare i diffidenti e riottosi ad avvicinarsi al vaccino. In Sicilia abbiamo oltre 100 punti vaccinali. E stiamo andando anche nelle strutture delle zone balneari, faremo base negli stabilimenti o nelle infermerie presenti. E dal 15 luglio anche le farmacie cominceranno a fare vaccini: abbiamo firmato la convenzione. Non credo che il problema sia organizzativo. Tutto quello che c’era da fare lo abbiamo fatto”. Lo ha detto il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci intervenendo a lla trasmissione “Tagadà” su la 7, ieri pomeriggio. Il governatore dell’Isola ha fornito gli ultimi dati sulla campagna vaccinale: “Siamo all’83,25% delle somministrazioni per gli over 80 e al 73% per i cittadini fra i 60 e i 79 anni – ha dichiarato – nelle ultime settimane, inoltre, abbiamo raggiunto o superato quasi ogni giorno il target che ci era stato assegnato da Roma, stiamo lavorando con grandissimo impegno”. “Sono convinto – ha proseguito Musumeci – che non siano i colori a dovere determinare una condizione di sicurezza, il colore è un dato assolutamente contingente. La sicurezza si ottiene, non soltanto in Sicilia naturalmente, solo quando avremo completato la campagna di vaccinazione. Quando l’ultimo cittadino avrà il vaccino saremo tranquilli”. “Siamo in zona bianca, ma si potrebbe tornare di qualche passo indietro – ha aggiunto il governatore – peraltro ci sono alcune zone in cui qualche condotta indisciplinata mi ha indotto a firmare ordinanze di zone rosse. È naturale, dobbiamo riprenderci libertà, ma dobbiamo farlo con prudenza. Sono felice per i nostri operatori economici, sono contenti e mi dicono che sul fronte del turismo c’è tutto pieno fino a settembre”. “Lo dico con molta serenità – ha continuato Musumeci – nessun dubbio sul fare gli Open Day. Eravamo tra i primi in Italia nella campagna di vaccinazione, poi con la vicenda dei casi di mortalità correlati ad Astrazeneca è cominciata la fase calante e avevamo il dovere di inventarci qualsiasi compatibile iniziativa per arrivare ai cittadini visto che non venivano da noi e abbiamo fatto tutto quello che potevamo e dovevamo fare”. “Non siamo assolutamente soddisfatti sulla questione di Astrazeneca. Abbiamo sempre evitato di assumere posizioni dissonanti e in dissenso rispetto a quelle romane del governo e in particolare del generale Figliuolo col quale abbiamo collaborato e stiamo collaborando molto bene, ma non c’è dubbio che arrivano da Roma notizie contrastanti, lasciare la libertà di decidere per la seconda dose, quando una delle due ipotesi è Astrazeneca, certo non aiuta a scegliere” Navigazione articoli Mascherine all’aperto, decade l’obbligo dal 28 giugno: cosa cambia Sicilia, i medici di famiglia si ribellano: “Non stamperemo noi il green pass”