Agenti del Commissariato di P.S. di Noto, al termine di un’attenta attività investigativa, hanno denunciato due uomini, rispettivamente di 58 e 43 anni, entrambi netini, dirigente comunale il primo ed incaricato di pubblico servizio il secondo, per i reati di abuso d’ufficio ed omissione e rifiuto di atti d’ufficio in concorso.Nel settembre del 2019 il Commissariato netino segnalava al settore comunale competente la presenza di numerosi cani randagi, circa una quarantina, nei pressi della scuola Fornaciari, dell’Ospedale Trigona e presso la Contrada Passo Abate che si trova all’ingresso della città barocca, come per altro constatato dall’intervento effettuato da personale di Polizia e dai medici veterinari della locale ASP.La situazione perdurava nel tempo e, nell’aprile del 2021, perveniva un esposto, a firma di tanti cittadini, per segnalare l’annoso problema del randagismo.Nell’esposto si lamentava il fatto che i cani meticci e randagi vagavano incontrollati per le vie della città, creando non pochi problemi al traffico veicolare ed arrivando, talvolta, ad azzannare i passanti.In particolare, ogni mattina, il branco di cani si spostava nell’area dell’ospedale Trigona e del plesso scolastico Fornaciari, scuola frequentata da numerosi bambini, costituendo un grave pericolo. Gli animali, non essendo sterilizzati, aumentavano di numero nel giro di pochi mesi. Il gruppo di cani randagi, indicato nell’esposto, risultava essere quello per il quale ilCommissariato aveva già richiesto l’intervento al competente settore comunale cuiappartiene uno degli odierni indagati. Negli anni le segnalazioni sono state reiteratema mai considerate favorevolmente.Al fine di chiarire la presenza del suindicato gruppo di cani nelle zone indicate, ipoliziotti del Commissariato di Noto acquisivano informazioni dal personaledell’Unità Operativa veterinari del Distretto di Noto, la cui funzione in materia diRandagismo è quella di coordinare le operazioni di micro chippatura perl’identificazione dei cani e la loro successiva sterilizzazione.La cattura dei cani era compito di esclusiva competenza del settore comunale diriferimento, che avrebbe dovuto avvalersi della squadra di accalappiacani. L’indaginepermetteva di far rilevare come non esistesse alcuna mappatura dei cani, perché maiidentificati, mai dotati di micro chip e men che meno sterilizzati, perché mai prelevatidalla squadra addetta alla cattura, di cui era responsabile l’altro degli odierni indagati.Dalla documentazione acquisita, anche video fotografica, che va a corroborare ilquadro indiziario, oltre ai copiosi solleciti del Commissariato, sono decine le noteinoltrate anche dall’unità operativa dei medici veterinari al settore comunale prepostoal randagismo ed al responsabile della squadra cattura rimaste inevase.Allo stesso modo, sono decine le note inviate dalla polizia sempre rimaste inevase edacquisite al fascicolo d’indagine. Gli ulteriori approfondimenti investigativiconsentivano, altresì, di appurare che il titolare della ditta con mansione diaccalappiamento dei cani randagi e gestione del Rifugio Sanitario Comunale,espletasse tale incarico per conto del Comune di Noto, pur non avendo i requisiti dilegge previsti.Peraltro, un sopralluogo effettuato dalla polizia giudiziaria del Commissariato pressoil suddetto rifugio, sito in Contrada Volpiglia, ne svelava le pessime condizioniigienico sanitarie. Sulla base degli elementi indiziari raccolti, nella giornata di ieri, siprocedeva alla convocazione in Commissariato sia del dirigente comunale, che delresponsabile della squadra cattura, per la denuncia in stato di libertà. Il primo per abuso d’ufficio, avendo procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale apersona priva dei requisiti di legge per svolgere le mansioni di gestore del canile edell’accalappiamento dei cani e per omissioni d’atti d’ufficio, il secondo peromissione di atti d’ufficio. Navigazione articoli Lentini. Giallo sulla morte di madre e figlia: fermato un uomo Siracusa, domani il ricordo del giudice Paolo Borsellino