I docenti Cobas Scuola ribadiscono il proprio NO all’introduzione di un eventuale obbligo di vaccinazione, in risposta ad una recente ordinanza del presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci. Il provvedimento del Governatore, definito “Una violazione dei diritti” anche dal collegio del garante della privacy, presieduto da Pasquale Stanzione, ha stabilito che le aziende sanitarie provinciali eseguiranno una ricognizione completa e aggiornata di tutti i dipendenti pubblici, per censire chi non è ancora stato sottoposto a vaccinazione e invitarlo formalmente a provvedere. In caso di indisponibilità o di rifiuto, il datore di lavoro dovrà, nei modi e termini previsti dai contratti collettivi, riassegnare il dipendente ad altro ruolo, che non implichi il contatto diretto con l’utenza. “Il Coordinamento regionale siciliano Cobas Scuola si oppone con decisione al tentativo-golpe del Presidente della Regione Siciliana Musumeci che vorrebbe introdurre di fatto una obbligatorietà vaccinale non prevista da alcuna norma di legge nazionale attualmente in vigore per una platea molto ampia e diversificata di lavoratori e lavoratrici che hanno in comune un contatto, se pur minimo, con il pubblico. Immediati e preoccupanti riscontri di “allineamento” all’ordinanza n. 75 del 7 luglio arrivano già dal mondo della scuola con direttive dirigenziali che intimano al personale scolastico di dichiarare la propria condizione vaccinale, competenza espressamente inibita dagli orientamenti del garante della privacy, preludio, temiamo, a probabili forme di penalizzazione se non di vera e propria discriminazione nei confronti del personale non vaccinato”. A tal proposito i docenti Cobas ricordano, oltre al pronunciamento del garante, che in questi giorni ha bocciato il provvedimento di Musumeci ribadendone “.. la mancanza di una valida base giuridica per introdurre limitazioni a diritti e libertà individuali che implichino il trattamento di dati personali, che ricade nelle materie assoggettate a riserva di legge statale”, che esiste anche la Risoluzione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa n. 2361/2021 che prevede esplicitamente di garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sotto pressione per vaccinarsi, se non lo desiderano da soli; deve inoltre garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per non voler essere vaccinato. “I COBAS della Scuola ritengono un principio irrinunciabile di civiltà il diritto inalienabile dell’individuo di decidere le cure mediche che non può essere contrapposto a un teorico beneficio per la salute collettiva. Con questa ordinanza si vogliono coprire inadempienze gravissime in quanto a sicurezza sul posto di lavoro, che nel caso della scuola riguardano ad esempio il mancato reperimento di aule, la riduzione del numero massimo di alunni/e, la mancata assunzione del necessario personale, il mancato acquisto di impianti di aerazione adeguati, ecc. I COBAS della Scuola ribadiscono il principio medico universale “primo non nuocere” e ritengono che l’eventuale obbligo sia un attacco alle scelte e all’autodeterminazione dei cittadini che rischia di innescare una pericolosa “caccia all’untore”. Navigazione articoli Avola. Edilizia scolastica in città, Cannata: “Alta l’attenzione dell’Amministrazione comunale sulla sicurezza degli studenti” Scuola, le indicazioni del governo Musumeci: “Tutti in classe ma con mascherina”