Le aziende con meno di quindici dipendenti potranno sostituire con contratti a termine il lavoratore senza Green pass. Ieri a tarda sera, fonti di governo hanno così spiegato uno dei nodi “oscuri” del decreto sull’obbligo di certificato verde per i lavoratori approvato in Consiglio dei ministri. E adesso ci sarà un mese per chiarire gli altri punti oscuri, a cominciare dalla disciplina per le forze dell’ordine e gli altri lavoratori dei servizi pubblici, dai dubbi degli esperti sulla durata fino a 72 ore dei tamponi genici, dall’applicazione dello smart working. “Sono molto perplesso su questo allungamento” della validità del tampone molecolare a 72 ore, “perchè di fatto il tampone è una misura puntuale. Lasciare troppo spazio tra l’esito del tampone e la validità del tampone espone a rischi, per cui io sarei piuttosto prudente. Però questa è una risposta che darà il Cts”. Lo ha detto Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, a RAI news 24 in merito all’allungamento della validità dei tamponi molecolari previsto nel decreto green pass. Sull’attuazione dell’obbligo di green pass e “l’incrocio” con lo smart working “vedremo nei prossimi giorni come si regolerà il ministro Brunetta e quindi le singole amministrazioni” ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, intervenendo a Sky tg24. Da gennaio le pubbliche amministrazioni potranno fare “tutto lo smart working che vogliono” se ci sarà un contratto, una piattaforma dedicata, l’organizzazione del lavoro finalizzata al lavoro da remoto e la “soddisfazione dei cittadini”. Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in una intervista a Radio 24 sottolineando che il contratto delle Funzioni centrali potrebbe arrivare entro un mese e mezzo. Il ministro ha spiegato l’importanza di implementare le piattaforme tecnologiche, la sicurezza e l’organizzazione del lavoro. Bisogna valutare, ha spiegato, la soddisfazione dei cittadini e delle imprese. Ci vuole un’organizzazione del lavoro in funzione del lavoro da remoto – ha detto – senno come si fa a misurare la qualità, la produttività, il raggiungimento degli obiettivi?”. “Abbiamo approvato un decreto legge – ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini – che prevede che entro il 30 settembre ci sarà un parere del Comitato tecnico scientifico e poi io spero in una misura di allargamento delle capienze; perché al teatro, stando con la mascherina, fermi, seduti, dove non si parla, non si mangia, e lo stesso vale per il cinema, credo ci siano le condizioni di sicurezza. Credo che stiamo andando in quella direzione”. Intanto, niente più obbligo di test per i vaccinati che viaggiano tra Italia e Gran Bretagna. Si allarga anche ai viaggi dall’estero la ventata di alleggerimenti delle restrizioni anti Covid nel Regno Unito: Paese vaccinato ormai all’80-90% dell’intera popolazione over 16 e dove i contagi alimentati dalla variante Delta, pur tornati a viaggiare al ritmo di circa 30.000 al giorno su oltre un milione di tamponi eseguiti, restano per ora a livelli d’impatto sui ricoveri (e soprattutto sui morti) largamente inferiori rispetto alle ondate infettive pre-vaccini. L’ultima novità riguarda anche l’Italia: con l’annuncio della fine, dal 4 ottobre prossimo, dell’obbligo di test negativo anti Covid alla partenza per tutti coloro che arriveranno o rientreranno in Inghilterra con la certificazione provata di una doppia vaccinazione dai territori che – come la Penisola – sono inseriti nella cosiddetta lista ambra (o arancione) di allerta intermedia. La decisione è stata adottata oggi dal governo Tory di Boris Johnson – che dal 19 luglio aveva già revocato gran parte delle precauzioni interne sul fronte della pandemia, incluso l’obbligo d’indossare la mascherina ovunque – nella prima riunione della compagine rinnovata dopo il maxi rimpasto dei giorni scorsi. Navigazione articoli SIRACUSA. CAMBIANO GLI ORARI DI RICEVIMENTO AL PUBBLICO IN QUESTURA Green pass, Ugl Salute Sicilia chiede l’applicazione anche per le visite ambulatoriali