La lotta sindacale e la rivendicazione dei propri diritti, del lavoro che ebbero però delle tragiche conseguenze. Avvenne 53 anni fa e “I Fatti di Avola” rimangono una lezione di vita, di difesa dei propri diritti e di coraggio ancora oggi.

E come ogni anno si ricorderà quella tragedia, avvenuta il 2 dicembre del ’68 in contrada Chiusa di Carlo alle porte del centro abitato. Lo faranno Cgil, Cisl e Uil “perché dell’importanza della lotta sindacale, della rivendicazione dei propri diritti e del lavoro parliamo ancora e soprattutto oggi – hanno sottolineato i tre segretari Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti -. Questo evento rappresenta ogni anno il simbolo della lotta costata la vita a due braccianti agricoli, verso i cui familiari noi non possiamo che essere al fianco. Perché la lezione di chi ha dato la propria vita per tutelare la propria dignità che è poi la dignità di noi tutti, non può che rappresentare una guida ancora oggi quando scendiamo nelle piazze, ci presentiamo nelle fabbriche e parliamo di lavoro e tutela dei diritti. Il messaggio di quell’evento, rivelatosi poi tragico, deve insomma accompagnarci quotidianamente. Ricordare, non far perdere la memoria ai giovani e alle nuove generazioni è un preciso dovere di tutti. In quel giorno ad Avola si consumò una tragedia e un dramma per due lavoratori che persero la vita, per altri 48 che furono feriti e per le loro famiglie e compagni. Una vicenda drammatica che segnò una intera stagione sindacale e per l’intero Paese. Fu uno degli eventi che scatenò una giusta indignazione in tutta Italia e contribuì a sviluppare quella straordinaria stagione del 68-69 nelle fabbriche, nelle scuole e nelle università”.

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