Via libera dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) all’immissione in commercio condizionata nell’Ue del vaccino anti-Covid Nuvaxovid, prodotto da Novavax.

Ok dell’Aifa, quindi, anche in Italia. Promette un’efficacia di circa il 90% nella protezione dai sintomi del Covid e potrebbe essere disponibile già all’inizio del 2022.

Si tratta di un vaccino diverso da quelli attualmente autorizzati: a mRna (Pfizer e Moderna) e a a vettore virale (AstraZeneca e Johnson & Johnson). Utilizza infatti una tecnologia tradizionale che potrebbe convincere i 6-7 milioni di non vaccinati.

Come funziona il farmaco che sta per arrivare? Il vaccino del colosso americano utilizza le proteine e, quindi, una tecnologia più tradizionale: per questo motivo si ritiene che possa convincere molti esitanti a vaccinarsi contro il covid. Gli ‘ingredienti’ di Nuvaxovid, il vaccino che viene somministrato con 2 dosi a 3 settimane l’una dall’altra, sono una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike che si trova sulla superficie del virus, e un ‘adiuvante’, una sostanza che aiuta a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino.

Il sistema immunitario identifica la proteina come estranea e produce difese naturali – anticorpi e cellule T – contro di essa. Se in seguito la persona vaccinata entra in contatto con il coronavirus, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike sul virus e sarà pronto ad attaccarla. Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere da Covid lavorando insieme per uccidere il virus, impedire il suo ingresso nelle cellule e distruggere le cellule infette.

Vaccino Novavax "può dare effetti collaterali come tutti"

I risultati di due principali studi clinici esaminati dagli esperti dell’Ema mostrano che Nuvaxovid si è dimostrato efficace nel prevenire Covid-19 nelle persone dai 18 anni di età. I trial hanno coinvolto in totale oltre 45.000 persone. Nel primo studio, circa due terzi dei partecipanti hanno ricevuto il vaccino e agli altri è stata somministrata un’iniezione di placebo; nell’altro, i partecipanti erano equamente divisi tra Nuvaxovid e placebo.

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