C’è aria di riapertura in Europa. Le restrizioni sono sul punto di sparire un po’ ovunque, grazie soprattutto ai numeri della campagna di vaccinazione. Ecco dove si dice addio alle restrizioni. Dove ci sono ancora restrizioni da crisi sanitaria? Il Regno Unito, da esterno all’Unione Europea, aveva anticipato tutti gli altri Paesi del vecchio continente togliendo le restrizioni e aveva annunciato che presto, insomma prima o poi, anche gli altri avrebbero seguito la loro stessa direzione. C’è chi apre tutto, come il Regno Unito e chi pensa a una strategia di uscita, come la Svizzera ma tutti sono alla ricerca della normalità. L’OMS Europa parla di “tregua” in un contesto non ancora sperimentato. Dopotutto siamo di fronte a record di contagi un po’ ovunque, solo la scorsa settimana sono stati 12 milioni di casi positivi (picco massimo da inizio pandemia), ma il peso sugli ospedali non è assolutamente paragonabile alle scorse ondate. La variante Omicron, come sospettato, anzi sperato dagli esperti, è servita a proiettarci verso la fine della pandemia. In alcuni Paesi la normalità è più vicina che in altri, basti guardare l’Italia, ma in generale in tutta Europa si inizia a respirare aria di riaperture. Uno scenario molto differente a solo un mese fa e che, con la velocità con la quale cambiano i dati, fa davvero ben sperare per il futuro. Il merito? La campagna di vaccinazione e c’è da andarne fieri. È dall’inizio della pandemia che pensiamo al dopo, alla normalità. Sono stati scritti migliaia di articoli e saggi su come questa normalità sarebbe dovuta essere nuova, diversa, non un passo indietro. Beh, la direzione intrapresa in queste settimane dai vari Paesi che compongono l’Unione Europa è proprio questa: semplificazione, apertura, normalità. C’è chi corre più di altri e chi, dopo il Regno Unito (che non è più in Europa, ma del quale ancora spiamo i movimenti), ha iniziato a pensare di tagliare corto e mettere fine alle restrizioni. Dopotutto il ritorno alla normalità è tanto atteso quanto vicino e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, tramite il direttore europeo Hans Klug, ha fatto sapere che a breve la pandemia ci concederà una tregua. Sì, anche con 12 milioni di contagi in una settimana, sì anche se i numeri oggi possono ancora apparire preoccupanti. Lo scenario è positivo, la curva è in discesa e la variante Omicron, sotto braccio alla campagna di vaccinazione, ha reso possibile parlare di possibile “pace duratura”, per usare le parole di Klug. C’è chi ha detto addio alle restrizioni con un sorriso, come la premier svedese Magdalena Andersson: “È arrivato il momento di riaprire la Svezia”. La Svezia da mercoledì prossimo abbandona tutte le restrizioni, addio ai limiti per ristoranti e nei mezzi di trasporto. Le uniche regole che rimangono in vigore sono quelle per le persone fragili a rischio, come nelle case di riposo. Discorso simile per la Repubblica Ceca, che ha annunciato a partire dal 9 febbraio l’annullamento delle restrizioni in merito a certificazione vaccinale per ristoranti e attività culturali o sportive. In Francia si è deciso per l’addio alle mascherine e al ritorno al lavoro in presenza. Nelle prossime settimane, proprio come annunciato da Mario Draghi nell’ultmo Consiglio dei Ministri, si ragionerà su ulteriori allentamenti per concerti, discoteche e sport. “Dobbiamo continuare a fare attenzione”, chiede Emmanuel Macron, ma gli esperti sono concordi sulla via intrapresa. Danimarca, Norvegia e Spagna seguono a ruota, parlando di possibile convivenza, senza dimenticare che la scomparsa dell’emergenza non equivale alla scomparsa del virus. Navigazione articoli Siracusa. Vertenza Gemar, il sindaco ai lavoratori: “Vi daremo un supporto” Melilli, Il “Carnevale cittadino” iscritto nel Registro delle Eredità immateriali della Sicilia