È prevista per venerdì 10 giugno la manifestazione di protesta di tutti i lavoratori con l’invito a partecipare alle istituzioni, ai sindaci, alla politica, al mondo delle imprese e al territorio.

“È giunto il momento di inasprire la lotta, battere i pugni sul tavolo e gli scarponi per terra come si faceva una volta”, è quanto fa sapere la Cgil Siracusa dopo il perdurare degli accadimenti bellici in Ucraina e il tanto paventato, quasi certo, del blocco del petrolio proveniente dalla Russia. “Non vorrei che qualcuno scambiasse la buona educazione, il buonsenso e il forte richiamo alla  responsabilità sociale fini qui dimostrati, per debolezza.  Sospesi fra il “ Non più e il non ancora” la nostra realtà industriale è sempre più vicina alla deriva. Abbiamo chiesto invano al Presidente Draghi un tavolo di confronto autorevole dove venga tracciato un percorso condiviso. Ma così non è stato.

E a Priolo il rischio che salti l’intero sistema di raffinazione si fa ogni giorno sempre più concreto. “C’è bisogno di Politica e la Politica ha bisogno di pensiero, di dibattito, di ricerca, di contatti, di confronto e di ipotesi. In una parola dell’intelligenza degli avvenimenti e non certamente dell’ antica dimensione del silenzio più ingombrante e deflagrante di qualunque parola. Siracusa merita una risposta da parte del Governo Draghi. Migliaia di lavoratori potrebbero perdere il lavoro e questo è socialmente ed economicamente impensabile e insostenibile. Alla debolezza ormai conclamata della rappresentanza politica provinciale e regionale occorre opporre la fermezza del territorio in tutte le sue articolazioni istituzionali, sociali ed imprenditoriali”.

isab siracusa - Siracusa Times

“Il Polo industriale siracusano ha le infrastrutture per essere protagonista in questa nuova stagione di transizione energetica e non accetteremo  soluzioni al ribasso. Siamo di fronte a una transizione che va governata. Ma non lo stiamo facendo. Il settore della raffinazione ha cicli di investimento di 6-7 anni. Se le nostre imprese smettono di investire oggi, al 2030 i nostri impianti non ci arrivano. Chiuderanno prima, molto prima. Con una doppia beffa: da una parte il Paese non avrà il petrolio da raffinare in prodotti di cui ha ancora bisogno, dall’altra 10.000 posti di lavoro andranno in fumo. Per queste ragioni, invitiamo tutti, lavoratori, Sindaci, rappresentanze politiche, istituzioni, imprese e l’associazionismo civico ad unirsi a noi Venerdì 10 giugno dalle ore 8 in poi  presso il Piazzale antistante la Portineria ISAB Nord (CR) Priolo“.

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