“Il sequestro da parte della Procura di Siracusa dell’impianto Ias, se da un lato apre interrogativi sul ciclo della depurazione, dall’altro spalanca le porte della chiusura delle aziende del Petrolchimico di Siracusa”.

Lo afferma Giovanni Cafeo, deputato regionale di Prima l’Italia, in merito all’inchiesta della magistratura siracusana sul depuratore consortile Ias.

“Il problema – continua il parlamentare siracusano – è comprendere dove le aziende del Petrolchimico dovranno conferire i reflui industriali dopo il provvedimento del Tribunale. Di certo, non potranno conservarli in eterno, per questo auspico una rapida soluzione della vicenda. È necessario svolgere gli accertamenti ma è altrettanto indispensabile individuare una via d’uscita rapida perché qui c’è in gioco l’esistenza di un intero settore produttivo, colonna portante del territorio siracusano e siciliano”.

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“La zona industriale siracusana – conclude Cafeo – sta già pagando un prezzo alto e rischia di chiudere per via di una Transizione energetica poco sensibile al settore petrolifero e per le sanzioni dell’UE, legate alla guerra in Ucraina, che stanno mettendo in fuga Lukoil”.

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