Salgono i contagi Covid e l’Italia torna a colorarsi di rosso scuro, la Sicilia non fa eccezione. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Salute, oggi nell’ Isola ci sono oltre 4.000 contagi.

Da ieri sono stati registrati 11 morti per un totale di 11.146 dall’inizio dell’emergenza pandemica. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 23.147 tamponi, tra molecolari e antigenici. Da ieri i guariti sono stati 3.265. Degli attuali positivi i ricoverati con sintomi sono 635, mentre si trovano in terapia intensiva 25 pazienti.

Questa la ripartizione su base provinciale dei nuovi casi: 1.544 a Palermo, 1.511 a Catania, 972 a Messina, 434 a Siracusa, 366 a Ragusa, 314 ad Agrigento, 233 a Trapani, 155 a Caltanissetta e 88 ad Enna.

Ciò che preoccupa davvero, in questa fase, è la colorazione della fascia di maggiore rischio nella mappa dell’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) che viene elaborata sulla base dei nuovi contagi registrati negli ultimi 14 giorni ogni 100mila abitanti e del tasso di positivi tra i test effettuati, ponderati per il tasso di vaccinazione della popolazione.

Come va letta la mappa e cosa significa per la Sicilia

La grafica in questione, lascia poco spazio alle interpretazioni. Secondo l’ultimo aggiornamento, quasi tutte le regioni italiane sono in rosso scuro. Restano in rosso chiaro solo il Piemonte, il Trentino e la Valle d’Aosta.

Dobbiamo preoccuparci? La risposta è si, perché secondo l’ultimo rapporto settimanale dell’Organizzazione mondiale della sanità sull’andamento di Covid-19, la sottovariante Omicron Ba.5 continua la sua avanzata a livello globale.

Coronavirus, bollettino Sicilia e Palermo del 21 novembre 2021

Per quanto riguarda l’Italia, “I casi sono in aumento perché c’è una maggiore diffusività di questa variante. Non ci dobbiamo preoccupare, ma quello che consigliamo è vaccinare con la quarta dose gli over 80, è importante non rinviare, e continuare ad indossare la mascherina che rimane lo strumento di prevenzione principale”, ha detto Alessio D’Amato, assessore alla Salute della regione Lazio.

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