Il nuovo Piano nazionale di contenimento sei consumi energetici, con cui il governo tende a mitigare gli effetti sulla bolletta della guerra in Ucraina ha deciso uno slittamento in avanti per l’inizio della stagione e ha anticipato la data di chiusura dei termosifoni. Il criterio è quello dettato dalle diverse zone climatiche in cui è divisa l’Italia, che si basa, tra l’altro, sull’altitudine a cui si trovano i vari comuni.

La stretta sui termosifoni investirà pubbliche amministrazioni, uffici e abitazioni private. Nei condomini con riscaldamento centralizzato toccherà agli amministratori assicurarsi che la temperatura rispetti le soglie fissate dal ministero della Transizione ecologia. Agli uomini e alle donne della Polizia locale il compito poi di effettuare controlli a campione, affinché la stretta non si riveli un flop. La riduzione di un grado della temperatura in case e uffici produrrà, secondo l’Enea, un risparmio dal 5 al 10% dei consumi energetici. Certo molto dipenderà dai comportamenti virtuosi dei cittadini chiamati a risparmiare per far calare la bolletta energetica.

Dal punto di vista dei controlli, saranno attivati monitoraggi su edifici pubblici, impianti condominiali, locali commerciali, punti a maggiore consumo, mediante il rilevamento dei dati giornalieri di consumo a livello di reti di distribuzione gas cittadine ma nessuna multa scatterà per chi non aderisce alle misure di risparmio energetico dettate dal governo.

La stretta

L’accensione del riscaldamento viene ridotta di 15 giorni (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni quella di fine esercizio) e di 1 ora al giorno per l’accensione (ad esclusione delle utenze sensibili tipo ospedali, case di ricovero ecc). In pratica a Milano il riscaldamento potrà essere acceso per 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile, a Roma invece le ore saranno 11 con caldaie accese dall’8 novembre al 7 aprile mentre a Napoli le ore permesse saranno 9, dal 22 novembre al 23 marzo, e a Palermo si potrà riscaldare per ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo.

La campagna di sensibilizzazione

Il nodo ora è quello di come verificare che le nuove regole vengano rispettate. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha parlato di un piano «ragionevole» e non «draconiano» che si basa innanzitutto sulla consapevolezza dei cittadini. Nessuna multa ci sarà per chi non aderirà alle misure di risparmio energetico dettate dal governo. L’esecutivo punta molto sulla campagna di sensibilizzazione che il ministero si appresta a lanciare con l’obiettivo di scalfire le abitudini degli italiani, attraverso la promozione di comportamenti consapevoli e intelligenti nel consumo di gas e di energia elettrica, che incidano non solo sul contenimento della domanda di gas e sugli stessi costi in bolletta degli utenti ma anche sulle politiche di decarbonizzazione.

Il monitoraggio

Al di là della campagna di sensibilizzazione, tuttavia, nel il Governo ha previsto che «saranno attivati monitoraggi su edifici pubblici, impianti condominiali, locali commerciali, punti a maggiore consumo, mediante il rilevamento dei dati giornalieri di consumo a livello di reti di distribuzione gas cittadine per valutare la risposta volontaria degli utenti, utilizzando i dati orari di prelievo ai punti di connessione tra le reti di distribuzione cittadine e i punti di riconsegna della rete di trasporto Snam, che sono costantemente monitorati». L’attività di monitoraggio dovrebbe essere a campione.

Negli uffici pubblici già in vigore norme anti sprechi

Sciarpe e plaid per gli statali a novembre: i razionamenti non risparmieranno gli uffici pubblici, con una riduzione della temperatura dei termosifoni di un grado. Ma in realtà nelle pubbliche amministrazioni l’operazione termostato aveva già preso il largo: questa estate i condizionatori negli uffici pubblici sono stati impostati a una temperatura non inferiore ai 27 gradi, con una tolleranza di due gradi. Previsti due gradi di tolleranza anche per i termosifoni in inverno. Nella Pa le norme anti-sprechi introdotte dal decreto Bollette scadono ad aprile del 2023. La stretta nella pubblica amministrazione dovrebbe far risparmiare fino a 4 miliardi di metri cubi di gas.

Nelle scuole le aule saranno più fredde

In pandemia hanno fatto i conti con la Dad, adesso dovranno superare lo scoglio dei razionamenti sul gas e delle lezioni al gelo. Gli studenti si preparano ad affrontare un altro inverno difficile: anche nelle scuole infatti la temperatura dovrà rispettare il limite dei 19 gradi. Obiettivo, cercare di mettere in sicurezza le attività industriali e aiutarle a mantenere la produzione a livelli adeguati. Ma i presidi non nascondono la loro preoccupazione. Hanno fatto notare che andrebbero riorganizzate le attività scolastiche con nuovi orari. Per esempio ritardando l’orario di ingresso nelle scuole degli alunni. A causa dei razionamenti si è anche ipotizzato di ricorrere alla settimana corta.

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