Il governo ha presentato un emendamento soppressivo dell’art 41 bis del Decreto-Aiuti che stoppa la deroga al tetto degli stipendi – fissato a 240mila annui – per cariche di vertice delle Forze armate, delle Forze di polizia e delle pubbliche amministrazioni.

L’azione del Governo

Il governo chiederà di votare l’emendamento salvo che le forze politiche all’unanimità non decidano di approvare l’ordine del giorno che dispone la soppressione dell’articolo nel Decreto Aiuti Ter, secondo fonti di palazzo Chigi.

A quanto si apprende da fonti parlamentari, il dl aiuti bis tornerà in Aula al Senato la prossima settimana, martedì 20 settembre. Alle 14.30 è convocata la conferenza dei capigruppo, a seguire alle 15 i lavori dell’Assemblea. Un ritorno a Palazzo Madama del testo in terza lettura dopo l’eventuale modifica all’emendamento da parte della Camera.

“Bene la posizione del governo su impegno a togliere articolo 41bis e reintrodurre il tetto sugli stipendi pubblici”, ha scritto su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.

Giuseppe Conte intanto punge il numero 1 dei Dem. “Eppure l’avete votato, Enrico. Un bel tacer non fu mai scritto”, la replica social del leader del M5S.

La rabbia di Mattarella: “Inopportuno”

Il Capo dello Stato avrebbe espresso le sue critiche sulla norma contenuta nel decreto Aiuti bis che abroga il tetto di 240 mila euro agli stipendi nella Pubblica amministrazione. Il presidente Sergio Mattarella, si è appreso in ambienti parlamentari di maggioranza, avrebbe espresso – in una conversazione con Mario Draghi – perplessità su una norma inopportuna, tanto più in un momento in cui gli italiani sono alle prese con gli aumenti dovuti alla crisi energetica.

. – L’emendamento approvato prevede che al Capo della polizia, al Direttore generale della pubblica sicurezza, al Comandante generale dell’Arma, al Comandante generale della Gdf, al Capo del Dap, così come agli altri capi di stato maggiore, nonché ai Capi dipartimento della presidenza del Consiglio e al Segretario generale della Presidenza del Consiglio, e ai Capi Dipartimento e ai Segretari generali dei ministeri, è consentito – in deroga al tetto di 240mlia euro previsto per i manager pubblici (pari alla retribuzione del primo presidente della Corte di Cassazione) – un «trattamento economico accessorio per ciascuno di importo determinato nel limite massimo delle disponibilità del fondo» determinato con decreto del presidente del Consiglio su proposta del ministro dell’Economia.

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