È morta Lydia Alfonsi, aveva 94 anni. Attrice di grande espressività, ha legato il suo nome soprattutto al periodo d’oro degli sceneggiati televisivi degli anni sessanta, con lavori come La Pisana, Mastro Don Gesualdo, Luisa Sanfelice e Il segreto di Luca. Fece le prime esperienze dilettantistiche a Parma con il gruppo teatrale “Gioventù studentesca” e poi con la filodrammatica “Gli amici della prosa”, con la quale mise in scena Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello. Con questa commedia partecipò ad un concorso nazionale, a Pesaro, dove fu premiata come migliore attrice protagonista e dove fu notata dal regista Anton Giulio Bragaglia, presente in giuria e che la scritturò nella sua compagnia. Il suo esordio come attrice professionista avvenne nel 1946, con Anna Christie di Eugene O’Neill, per la regia dello stesso Bragaglia. Dopo soli quattro anni abbandonò le scene teatrali per tornare nella sua città e scrivere poesie. Nel 1954 tornò al teatro con Emma, di Federico Zardi e nel 1957 con Il servitore di due padroni, assieme a Marcello Moretti, per la regia di Giorgio Strehler. Con questa compagnia portò la commedia in Francia, Germania e Medio Oriente. Grazie alle sue doti di attrice drammatica, ha interpretato molti ruoli del teatro classico, come Medea, Elettra, Elena, Fedra. È stata insignita del titolo di Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana dal presidente Sandro Pertini. Lydia Alfonsi nel 1978, al Teatro Greco di Siracusa, interpretò magistralmente Elena nell’omonima tragedia di Euripide, diretta da Roberto Guicciardini. Per diversi anni l’artista emiliana ha vissuto nel capoluogo aretuseo, avendo sposato l’imprenditore siracusano Enzo Messina, tragicamente morto annegato nel 1983. Dopo la morte del marito, Lydia Alfonsi decise di ritornare nella sua città natale, Parma, mantenendo, però, un rapporto di affettuose memorie con la città del compianto Enzo. «Ho percorso una strada – confidava in una intervista del 2019 – portando sempre avanti il principio della valenza della protagonista femminile come elemento catalizzatore nelle trame teatrali». Potrà continuare ad incantare il pubblico grazie al prezioso patrimonio artistico del quale ha fatto parte, che ha indubbiamente segnato la storia del nostro teatro, donando la sua iconica parte di talento e fascino. Navigazione articoli Istituto “Archia”, stasera in scena lo spettacolo “Rhapsody” Noto, decima edizione di Codex nel weekend