Sono 853 i nuovi casi di Covid19 registrati, ieri, in Sicilia a fronte di 7.751 tamponi processati. Il giorno prima i positivi erano 942. Il tasso di positività è al 11%, in aumento rispetto all’9,6% di venerdì.

La Sicilia è al nono posto per contagi. Gli attuali positivi sono 22.637 con un aumento di 576 casi. I nuovi guariti sono 271, sei le vittime che portano numero totale delle vittime a 12.192. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 187, 21 in meno di venerdì, e in terapia intensiva sono 12, due in meno rispetto sempre allo stesso giorno.

A livello provinciale si registrano a Catania 224 casi, Palermo 200, Messina 123, Siracusa 104, Trapani 61, Ragusa 55, Agrigento 42, Caltanissetta 30, Enna 14.

La cautela degli esperti

La circolazione del virus Sars-CoV-2 “sta aumentando con i casi che sembra stiano crescendo quasi del 20% a settimana. Non è un aumento per fortuna molto aggressivo, nella seconda metà di giugno era al 60%, ma tutto dipenderà dalla durata della salita dei contagi”. L’obiettivo è che il ritmo di crescita non aumenti e che la durata sia limitata ma “molto, comunque, dipenderà dalla responsabilità di tutti noi”. Così Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia sottolineando che dai dati numerici “sembrerebbe che l’epidemia non stia cambiando”.

Ricoveri e decessi

Ricoveri e decessi per i positivi al Covid-19, infatti, rileva l’esperto, “sono in proporzione costante rispetto ai contagi”. Tra i positivi, spiega Cislaghi, “i ricoverati sono una percentuale molto stabile che varia appena tra il 7 ed il 9 per mille e nelle ultime settimane non è mai scesa sotto all’8 per mille. Anche il tasso di mortalità dei prevalenti (indice da non confondere con la letalità) è anch’esso molto stabile e semmai in crescita e attualmente ogni 100.000 positivi prevalenti ne muoiono in un giorno dai 10 ai 12”. Di conseguenza, afferma, anche una crescita lenta di casi, se costante, può portare a forte impatto. “Quindi – conclude l’esperto – dobbiamo preoccuparci se i contagi crescono e da parte di tutti dovrebbe esserci la responsabilità per limitare le occasioni di contagio”. 

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