Il vino italiano brilla in Camerun e a fare da testimonial è il siracusano Alessandro Carrubba, delegato aretuseo dell’associazione italiana sommelier (AIS). Quattro masterclass in lingua francese, 2 città diverse, 4 hôtel, 50 vini in degustazione, 9 distributori e 250 partecipanti professionali: sono i numeri dell’evento che ha visto protagonista il vino italiano in Africa.

Si tratta del progetto organizzato dall’ambasciata italiana in Camerun insieme all’ITA, Italian Trade Agency, che hanno messo a punto una strategia di lungo periodo sulla cui base impostare iniziative puntuali tese alla valorizzazione del patrimonio enologico del nostro Paese.

«È stata un’esperienza dal forte impatto sul piano umano e professionale in cui ho cercato di condividere gli alti valori che contraddistinguono il nostro amato Paese», racconta Alessandro Carruba, numero uno di Ais Siracusa e testimonial d’eccezione dell’evento.

«Ho messo in campo tutta la mia esperienza per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Ambasciata d’Italia, senza risparmiami su nulla, sicuro di fare parte di un progetto più grande, ma ho ricevuto infinitamente di più rispetto a quanto dato: l’Africa e la sua gente sanno metterti davanti alla straordinarietà della vita stessa», aggiunge il sommelier aretuseo.

«Il vino e l’enogastronomia sono a pieno titolo parte della nostra stessa identità di italiani, esco da questa esperienza con un ancor più rinnovato amore per i colori della nostra bandiera», conclude Carrubba che ricorda inoltre: «Ho portato in dono all’Ambasciatore il simbolo dell’Associazione Italiana Sommelier: il Tastevin, la spilla e i libri di testo».

L’ambasciatore italiano in Camerun, Filippo Scammacca del Murgo, racconta: «Circa un anno fa, poco dopo il mio arrivo in Camerun, mi reco in una enoteca nei pressi della residenza per comprare vino italiano da offrire agli ospiti dell’Ambasciata d’Italia. Trovo un’offerta di bottiglie qualitativamente scarsa ed alla mia domanda: “lo vendete?” ottengo la risposta: “nessuno lo vuole’’».

«Il Camerun – prosegue l’ambasciatore – nei suoi quasi 70 anni dopo l’indipendenza continua a bere quasi solo vino di Bordeaux, considerato il solo in condizioni di superare indenne i rigori del trasporto via nave. È per modificare una situazione anomala in un Paese che ha grande fiducia nel made in Italy e che ha introdotto nel suo Dna i luoghi comuni della gastronomia italiana (pasta, pizza e caffè espresso…) che abbiamo varato una campagna per promuovere vino italiano in Camerun. Nell’Africa a Sud del Sahara è il terzo maggiore mercato per il vino con un trend di consumo che è in espansione».

«Questo pubblico non aveva mai assistito ad una degustazione nella quale è stato spiegato non solo il vino che si trova in un bicchiere, ma anche i fattori da tenere in considerazione (colore, olfatto, struttura, acidità…)», ha aggiunto l’ambasciatore Scammacca del Murgo .

E conclude: «Abbiamo capito che siamo sulla buona strada: la formazione dà al consumatore la libertà di scegliere permettendogli di abbandonare l’attuale acritica fidelizzazione per una singola appellazione di vino francese. E’ nel varco creato da questa libertà che il vino italiano avrà la possibilità di acquisire una presenza importante e duratura in questo mercato nella stessa maniere in cui esso eccelle nei mercati internazionali».

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