“Sessantadue anni d’età e 41 anni di contributi. Per le pensioni in manovra il governo decide di puntare su quota 103. Ma nel pacchetto ci sarebbe anche la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna“. Lo scrive, nella propria pagina economica il quotidiano nazionale QDS. IT .

Il vertice sulla legge di bilancio ha portato a queste conclusioni. Per scongiurare un ritorno alla Legge Fornero, l’esecutivo ha vagliato varie ipotesi tra le quali appunto quota 103, ma anche quota 41.

Cos’è quota 41

Quota 41 è quella misura che consentirebbe di andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi, a prescindere dall’età. Ma la norma rischia di essere eccessivamente gravosa per le casse dello Stato. Come ha specificato il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, senza i paletti dei limiti di età la misura costerebbe 4 miliardi di euro soltanto il primo anno e crescerebbe ulteriormente fino a quasi 10 miliardi nel 2029.

Cos’è quota 103

Si sta dunque puntando su quota 103 proprio perché consente un risparmio dal momento che introduce il requisito anagrafico dei 62 anni. La somma di 41 (anni di contributi) e 62 (età anagrafica) porta infatti al totale di 103. I beneficiari sarebbero così massimo50 mila persone e questo renderebbe meno gravoso l’impatto sulle case statali.

Cosa prevede invece la Legge Fornero

La misura al vaglio del governo, molto probabilmente sarebbe provvisoria e valida solo per il 2023, in attesa di una riforma più corposo. L’obiettivo scongiurare il ritorno alla Legge Fornero che prevede come requisiti i 67 anni di età oppure 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

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