I fumatori sono abituati agli aumenti del costo delle sigarette. Ma quello che si prospetta da gennaio 2023 non sarà un semplice ritocco: sarà un aumento record. Nel “collegato fiscale” della Legge di Stabilità c’è la sorpresa: un aumento record del costo delle sigarette, 40 centesimi in più a pacchetto a partire da gennaio 2023. Il collegato fiscale è il “brogliaccio” cui stanno lavorando i tecnici del Tesoro e che contiene le coperture per gli interventi previsti dalla Legge di Stabilità. La bozza della manovra circolata nelle ultime ore viene giudicata “preoccupante per gli effetti sull’intero settore”. A intervenire è JTI Italia, secondo player sul mercato del tabacco in Italia dopo l’intenzione del governo di aumentare le accise sui tabacchi lavorati, in particolar modo sulle sigarette tradizionali. Ma non è la sola azienda che nelle ultime ore ha contestato la misura del governo italiano. Anche Bat Italia protesta, definendo l’accisa sui tabacchi “anticoncorrenziale e quindi insostenibile e non condivisibile, nel metodo e nel merito”. Nel metodo, sostiene l’azienda “non è condivisibile il ricorso ad una manovra finanziaria quale strumento per riforme fiscali strutturali in un settore complesso come quello del tabacco e succedanei, in assenza di una delega fiscale al Governo che consenta, in base ai principi di better regulation, la trasparente audizione di tutti gli attori della filiera per valutarne in modo trasparente la neutralità concorrenziale e la sostenibilità. Nel merito, non è condivisibile l’intento di ridurre l’incremento di incidenza fiscale sul segmento del tabacco riscaldato previsto dalla norma vigente, che produrrà, a volumi costanti, un maggior gettito erariale di oltre 100 milioni di euro nel solo 2023, senza necessità di alcun ulteriore intervento normativo passando dall’attuale 35% al 40% dell’incidenza fiscale sulle sigarette a decorrere dal 1° gennaio 2023”. Secondo Bat inoltre, il regime fiscale attualmente vigente “consente senza necessità di alcuna riforma di incrementare l’incidenza di base e l’onere fiscale minimo, rispettivamente dello 0,5% e del 2%, così da determinare su tutti i segmenti di prezzo del mercato un incremento di 13 centesimi/pacchetto. Una soluzione che produrrebbe, a volumi costanti, un maggior gettito dalle sigarette tradizionali per il solo 2023 di circa 80 milioni di euro che si andrebbero a sommare agli oltre 100 milioni di maggior gettito da tabacco riscaldato, generando un gettito incrementale complessivo di almeno 180 milioni nel solo 2023”. Navigazione articoli Un anno di intenso lavoro per la Capitaneria di Porto di Siracusa: il consuntivo del Comandante Reddito di cittadinanza, ecco cosa cambierà nel 2023 con la riforma