I Lavoratori della SPM Modica disperati. Da oltre 5 mesi non percepiscono lo stipendio ma ogni giorno, con spirito di abnegazione, si recano al lavoro sapendo di dover rendere un servizio essenziale per l’intera comunità. In questi mesi sono state tante le interlocuzioni: con i sindacati, con il comune stesso. Ma fino a questo momento, nulla è stato fatto, niente è servito. Adesso, quegli stessi lavoratori che non sanno più a chi rivolgersi, hanno deciso di scrivere al Vescovo di Noto, Monsignor Salvatore Rumeo, chiedendo il suo aiuto. La classe politica non è stata in grado di risolvere il problema e per questo la loro disperazione è tangibile. Questa, la lettera inviata, che riportiamo integralmente.

LA LETTERA

“Vostra Eccellenza,

la Sua presenza all’interno della “casa dei modicani” rappresenta un momento importante per l’intera Comunità. Con la presente sento il dovere di portarLa a conoscenza di una situazione drammatica che coinvolge decine di famiglie modicane. Deve, infatti, sapere che ci sono decine e decine di persone che ogni giorno vanno a lavoro rendendo un servizio fondamentale per la città, ma che non vengono pagati da troppi mesi; le sto parlando dei lavoratori della SPM (società multiservizi) che non percepiscono lo stipendio da oltre 5 mesi ma che, con grandissimo senso di responsabilità, quotidianamente si recano a lavoro consapevoli del fatto che vi sono dei servizi essenziali che non possono essere sospesi. Questi lavoratori sono degli EROI perché antepongono il bene della collettività alle proprie esigenze e Le posso assicurare che a tanti viene difficile trovare i soldi per la benzina o, cosa ancor più grave, garantire un piatto caldo alla famiglia. Le rappresento questa situazione, Sua Eccellenza Eminentissima, per chiederLe un suo intervento in merito per far riflettere i suoi interlocutori di oggi proprio sul senso di responsabilità (che a differenza dei lavoratori sopracitati purtroppo non hanno). Durante le celebrazioni della Pasqua ho visto tanti politici locali andare in processione e “battersi il petto” di fronte ad una statua, ma la fede si dimostra con i gesti concreti e si è buoni cristiani quando si mantengono le promesse e gli impegni assunti“.

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