Un confronto aperto ma che non ha diradato le nuvole, né sciolto i dubbi, quello che si è tenuto
questa mattina presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per aggiornare le parti sull’iter
relativo alla compravendita dello stabilimento del settore petrolchimico Isab – Lukoil da parte di
Goi Energy.
A presiedere il tavolo il Ministro, Adolfo Urso che ha ricordato l’impegno del governo per
scongiurare la chiusura degli impianti che avrebbe generato conseguenze disastrose sul piano
occupazionale e del tessuto sociale stesso di tutto il territorio siracusano, ripercorrendo altresì le
ultime tappe della raffineria che si è trovata in una condizione di produttività non più praticabile,
dovuta alle sanzioni imposte a causa del conflitto russo-ucraino.
L’UGL Chimici ha ringraziato innanzitutto il Ministro Urso, la Sottosegretaria Dott.ssa Bergamotto e
tutte le istituzioni presenti e coinvolte, per l’impegno profuso almeno fino ad oggi, ribadendo la
posizione del sindacato:
“Il sindacato – hanno spiegato il Vice Segretario Generale UGL Luigi Ulgiati e il rappresentante
della Segreteria dei Chimici Sante Palladinelli – ritiene che siano maturi i tempi per la
presentazione di un piano industriale che fotografi le intenzioni, gli investimenti, sia in termini
economici che in termini di strategia, da parte della società acquirente. Auspichiamo che il piano
preveda dettagliatamente la piena efficienza degli impianti e la produzione dei prodotti lavorati,
ma soprattutto che venga garantita la stabilità dei livelli occupazionali ed il mantenimento del
management”.
L’Isab, come più volte sottolineato da tutti i presenti, compreso il massimo rappresentante del
Dicastero, viene ritenuta un asset di assoluta importanza per l’economia del territorio e nazionale,
nonché per l’area geografica stessa: “Un indebolimento della struttura – hanno sottolineato Ulgiati
e Palladinelli – potrebbe causare un effetto domino, e quindi generare conseguenze negative
anche sulle aziende dell’indotto. Occorre dare garanzie a tutti i lavoratori diretti, ai lavoratori delle
società appaltatrici, per sé stessi e per le loro famiglie”.
Il piano industriale dovrà prevedere anche indicazioni ben precise riguardo il processo di
decarbonizzazione che, per le linee guida fornite dall’Europa, risultano inappuntabili, ma che, per
la complessità dell’argomento stesso e per la fase realizzativa lasciano più di qualche perplessità.
Indicazioni ed elementi sulla transizione energetica e su come il sito di Priolo intenda attivarla, così
come l’abbassamento dei costi relativi ai certificati verdi che oggi rappresentano una spesa
importante per l’azienda.
Poi la depurazione dell’area industriale per la quale è necessario trovare soluzioni convincenti ed
efficaci quanto coerenti.
In ultimo l’UGL Chimici ha chiesto che il tavolo istituzionale continui ad essere attivo per le
interlocuzioni e per la verifica dei vari step, auspicando che lo stesso diventi un forum non più di
crisi ma di monitoraggio.
Nelle prossime settimane verrà stabilita la data di un successivo incontro nel quale “si spera che
possa finalmente venire illustrato un piano industriale che delinei il destino di lavoratrici e
lavoratori e di una intera comunità”.

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