“I sindaci, avamposto dello Stato sul territorio, vivono ogni giorno in trincea e spesso con le armi spuntate. La strada dei primi cittadini è lastricata di ostacoli, problemi atavici e strutturali. In primis, la penuria di risorse“. Lo dichiara Paolo Amenta, presidente dell’Anci Sicilia che solleva varie criticità a partire dai fondi stanziati dalla Regione, al netto dell’interlocuzione proficua intavolata con l’assessore al bilancio, Marco Falcone. “I 137 milioni per i comuni all’apparenza possono sembrare una grande conquista. Ma stiamo parlando di fondi che già lo scorso anno erano nella disponibilità dei comuni, i 115 milioni della quota investimenti che da anni si dà ai comuni e i 22 milioni che quando è stata approvata la Finanziaria erano già nel fondo delle autonomie e ridotte dall’aumento delle riserve prodotte. In pratica, i 137 milioni rimettono ordine rispetto alla destinazione dello scorso anno”, spiega. Una nota dolente rimane quella dei costi elevatissimi dell’energia. “Noi avevamo aperto un dialogo con l’assessore Falcone e lo ringraziamo, ma gli avevamo già anticipato che, ancora una volta, come nel 2022, abbiamo subito il costo dell’energia per i comuni che sta diventando incontrollabile sulla questione mercato di salvaguardia”, argomenta. “Il costo dell’energia in Sicilia lo paghiamo quattro volte i più rispetto alle altre regioni”, dice. “L’anno scorso ci hanno dato un contributo sui sovraccosti, 48 milioni la Regione e qualcosa lo Stato, ma a fronte di 200 milioni di aumento per l’energia. Noi chiediamo di destinare 50 milioni tra province e comuni per l’extra costo di energia, lo stesso per l’extra costo dei rifiuti”, spiega. Un altro settore che sta pesando non poco sulle martoriate casse dei comuni. “Come sapete bene, buona parte dei comuni della Sicilia Orientale stanno conferendo i rifiuti In Danimarca sostenendo costi spaventosi che hanno fatto lievitare i Pef determinando l’aumento de 30% del costo dei rifiuti in Sicilia. Avevamo chiesto un contributo perché il costo del Pef viene spalmato al 100% nelle tariffe dei cittadini e delle imprese”, continua Amenta. Un’altra battaglia dei sindaci siciliani riguarda l’aumento dell’indennità degli amministratori locali. “C’è stato un impegno da parte della Regione. Mentre in Italia il governo nazionale ha dato risposta per intero alla copertura finanziaria totale per l’adeguamento normativo e anche in Sardegna (regione a statuto speciale). In Sicilia sono intervenuti con un contributo del 30% per quest’anno e del 25% per l’anno 2024: vorremmo che qui accada quello che è accaduto in Italia e in Sardegna”, spiega Amenta. Sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio, l’Anci siciliana sposa la linea nazionale che chiede soprattutto chiarezza e definizione del reato per mettere al riparo i sindaci da situazioni scivolose. Ma soprattutto a destare preoccupazione sono i dissesti e i piani di riequilibrio. “Ogni giorno in Sicilia dissesti finanziari e piani di riequilibrio sono in aumento, qualcosa nell’applicazione della normativa nazionale non sta funzionando. Per cui – ha concluso il presidente Amenta – dopo la fase dolorosissima dell’applicazione del ddl 118, l’armonizzazione dei bilanci andrebbe rivista, perché i comuni sono in sofferenza e in difficoltà nel fornire servizi di qualità ai cittadini”. Navigazione articoli Sicilia, aumentano le indennità per Sindaci e assessori: la tabella con gli importi Priolo Gargallo, sindaco Gianni: “Diffamazioni via social per il settore Politiche sociali del Comune“