Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa dell’assessore Cultura della Città di Siracusa, Fabio Granata, artefice della legge 20/2000 sull’Autonomia economica e gestionale dei Parchi Archeologici
siciliani.

“La Legge 20 del 2000 ( Legge Granata ) che ha consentito la nascita del Parco Archeologico di Agrigento e, successivamente, il sistema dei Parchi Archeologici siciliani ha per me una tale rilevanza politica e, per certi versi, “sentimentale” da non consentirmi di polemizzare su qualsiasi aspetto relativo alla piena autonomia dei Parchi e in particolare di quello di Siracusa, nato da qualche anno solo grazie alla mia
caparbia volontà e a quella del sindaco Francesco Italia oltreché alla serietà del compianto Sebastiano Tusa.
Anche per questo non intendo aprire polemiche su alcune recenti dichiarazioni del nuovo Direttore, l’architetto Bennardo o su alcune sue scelte, solitarie, relative al nuovo logo del Parco. Chiedo però allo stesso tempo che ci sia pieno rispetto della “storia del Parco” e dei suoi precedenti Direttori, dal compianto Calogero Rizzuto a Carlo Staffile e Antonello Mamo, poiché tutti hanno dato il loro contributo alla complessa dinamica di avvio di una forma piena ed efficiente di autonomia gestionale dell’intero, enorme, Parco Archeologico di Siracusa.
Fin dalla sua genesi, infatti, ho percepito e compreso la oggettiva difficoltà di organizzare come un “unicum” un Parco dalle dimensioni enormi del nostro: un Parco Archeologico unico che parte da Eloro, attraversa il Tellaro e Akrai, arriva non solo alla smagliante area della Neapolis ma all’intero perimetro delle Mura Dionigiane per poi completare il suo gigantesco confine con la stupefacente Necropoli di Pantalica.
Per organizzare, gestire, valorizzare un cosi vasto e articolato “spazio” occorre non solo un buon Direttore. Non basta. Serve un pieno coinvolgimento di tutti i Sindaci che rappresentano le città che il Parco “attraversa” oltre alle altre figure previste dalla legge per la composizione del Comitato Tecnico Scientifico indicato dalla normativa come luogo stabile della governance, e che la Regione Siciliana non può ne deve ancora indugiare a nominare poiché si configurerebbe un grave e colpevole ritardo.

Solo così si potranno affrontare i complessi temi legati alla piena valorizzazione dell’intero Parco Archeologico di Siracusa, compresi quelli relativi allo svolgimento degli spettacoli all’interno non solo del Teatro Greco ma dell’intero Parco.
Sono certo che in questo modo potremo sciogliere molti nodi e assumere per tempo le decisioni giuste per non disperdere o sminuire ciò che in tanti anni abbiamo “costruito” con
la rinascita e la piena collaborazione di Inda e con una intesa sempre attenta all’interesse pubblico con la Regione, i Direttori dei Parchi e gli imprenditori della cultura e dello spettacolo.
E mentre prosegue l’istruttoria sulla nostra proposta di inserimento nella W.H.L. Unesco delle Rappresentazioni Classiche come “Patrimonio Immateriale dell’Umanità” e crescono le richieste di grandissime produzioni nazionali e internazionali per organizzare eventi al Teatro Greco o negli, auspicati, nuovi spazi da allestire all’interno del Parco (non una novità, dal 2000 al 2005 lo abbiamo già fatto con l’Anfiteatro Romano), abbassiamo i toni e gli sterili protagonismi, pretendendo l’immediata istituzione del Comitato Tecnico Scientifico, organismo plurale previsto dalla legge per garantire la complessa governance del Parco attraverso un luogo stabile e autorevole di approfondimento, discussone e quindi decisione.
Quello di Siracusa può diventare il Parco Archeologico più visitato della Sicilia e uno dei primi tre in Italia ma solo a condizione di lavorare fianco a fianco, riconoscendo gli sforzi e le scelte di tutti, sopratutto di quelli che ne hanno voluto la nascita e la sua Istituzione contro i veti di speculatori e palazzinari.
Servono memoria storica e rispetto da parte di tutti, quindi, per andare avanti e oltre”.

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