L’Amministrazione comunale ha incluso nella proposta di bilancio per il 2024 la decisione di mettere in vendita cinque importanti proprietà della città. Queste includono la biblioteca comunale di via dei Santi Coronati, un ex edificio scolastico, ora dismesso, situato al civico 54, l’ex sede dell’assessorato alle politiche sociali in via Serafino Privitera, che un tempo ospitava anche la banda musicale cittadina, l’edificio dell’ex scuola rurale di via Avola e un terreno situato in via Blanco a Terrauzza. Questa scelta è stata formalizzata nella delibera 161 del 2023, che presenta il Piano delle alienazioni, un documento obbligatorio allegato al bilancio di previsione.

“L’Amministrazione – spiega Michele Mangiafico, il leader del movimento “Civico 4” –  in questi anni ha accumulato una serie di affitti di proprietà altrui per ospitare uffici che erogano servizi comunali pari a complessivamente 1,9 milioni di euro per un totale di 16 locazioni tra cui spiccano quelle di palazzo di vetro per gli uffici tecnici per 434 mila euro, quelle di ragioneria e anagrafe in via San Sebastiano per un totale di  230 mila euro, gli affitti per le scuole per 65 mila euro o quelli per i centri anziani per 43 mila euro o l’ufficio commercio in via de Caprio per 33 mila euro. Uffici che, per un motivo o un altro, potremmo aver frequentato senza sapere che il nostro Comune è ospitato in locali di proprietà altrui. Condividiamo con l’opinione pubblica l’estratto di pagina 34 del piano esecutivo di gestione da cui emerge l’elenco completo dei fitti passivi”

Secondo il movimento “Civico 4”, esiste un problema ancor più grave che evidenzia le responsabilità dell’amministrazione cittadina. Si tratta del degrado e dell’abbandono di numerose proprietà, che avrebbero potuto essere recuperate per ospitare uffici e fornire servizi alla comunità. Tra queste vi sono villa Ortisi, villa Incorvaia, l’ex quartiere di via Barresi, l’ex casa Madonna delle Grazie, casa Monteforte, il complesso sportivo di via Lazio e la casa del Pellegrino. Questi sono solo alcuni degli esempi documentati nelle recenti denunce del movimento.

“Ecco, allora, – continua Mangiafico – emergere tutta la gravità della decisione di vendere i locali della biblioteca comunale, di per sé già maltrattati dall’attuale classe dirigente: l’ascensore non funziona da oltre 2 anni, alle persone con disabilità non è consentito di accedere, non vengono riparati i tanti punti luce ammalorati, non si organizzano più eventi, momenti di confronto, presentazioni di libri, come un tempo faceva ad esempio Pino Pennisi. All’interno ci sono 90 mila volumi, la storia della nostra città che difficilmente l’Amministrazione comunale riuscirebbe in breve tempo ad allocare altrove. Tutto questo mentre altrove vengono aperte nuove biblioteche in spazi molto più ampi (a Roma 2,5 milioni di volumi in oltre 5 mila metri quadrati) o le biblioteche stesse sono luoghi di costruzione del dibattito pubblico cittadino, così inviso all’attuale classe dirigente”.

“Da quando il sindaco ha preso le redini dell’amministrazione comunale, l’immobile sito in via dei Santi Coronati e il basso al civico 54 – secondo il movimento – hanno subito una svalutazione di 350 mila euro“.

“È fondamentale ricordare – conclude Mangiafico – che tutto il patrimonio immobiliare del comune è di proprietà dei cittadini, e spetta ai nostri amministratori preservarlo e migliorarlo per il bene di tutti. È tempo che coloro che ci governano assumano la responsabilità di proteggere e valorizzare i nostri beni pubblici, anziché permettere il loro deprezzamento e abbandono.”

Un nuovo appello alla salvaguardia dell’immobile che ospita la biblioteca comunale e alla revisione delle scelte consumate nel piano delle alienazioni è stato lanciato in diretta social, domenica mattina, alla presenza di Roberta Salemi, Vittorio Ferreri, Lucia Aglieco e Silvana Di Natale.

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