Sarà allestita presso l’Urban Center di Siracusa  il 3 e 4 maggio, una mostra fotografica dal titolo “Tutto il resto di me – I segni che segnano”. L’evento è organizzato da Salute Donna Siracusa ODV che, come è noto, si occupa di diffondere la cultura della prevenzione delle malattie oncologiche, con particolare attenzione al tumore al seno, e celebra il suo terzo anno di attività sul territorio.

Si tratta di un progetto di informazione e sensibilizzazione alla prevenzione oncologica attraverso la  realizzazione e l’allestimento di una mostra fotografica che vede ritratte le cicatrici di donne che hanno incontrato la malattia ma che sottolineano il valore della vita, trasmettendo un messaggio di grande speranza e positività. Aver avuto un tumore, non è necessariamente una condanna. E’ un momento delicato della vita che si può superare con grande consapevolezza e tanta voglia di vivere. La mostra sarà visitabile il 3 e 4 maggio e propone al pubblico una serie di scatti artistici realizzati dalla fotografa Ilenia Scaglione, sotto la direzione artistica della giornalista Stefania Calanni.

Otto donne, otto storie, più di quaranta fotografie per promuovere una campagna di prevenzione e lotta contro il cancro che diventa inno alla vita, alla speranza e, soprattutto, alla solidarietà, creando così una rete di sostegno tra i sopravvissuti e coloro che sono sulla via della guarigione. Questa mostra, particolare nel suo genere, inizia con una splendida affermazione; ‘Una diagnosi precoce ti salva’. Le opere sono la testimonianza di questa affermazione. Frammenti di vita raccolti dalla fotografa siciliana Ilenia Scaglione, che ha sapientemente tracciato una particolare narrazione per evidenziare i momenti caratteristici della storia di ognuna di loro. Ilenia Scaglione, così come afferma la critica d’arte venezuelana Ana Alarcon Hernandez, alla quale è stata affidata la presentazione della mostra, crea un’atmosfera particolare per ognuna di loro, catturando non solo la gioia di essere sopravvissute, ma anche momenti di nostalgia e, forse, tristezza. La delicatezza dei suoi ritratti ha permesso loro di presentare le cicatrici sui corpi come un ramo su un albero secolare, un segno che mostra la storia di ognuna come resistenza all’oscurità. La cicatrice è anche l’albero che cresce dalla ferita più profonda. La fotografia come testimonianza di un momento unico è uno strumento terapeutico ed espressivo di grande potenziale emotivo; cattura un pensiero fresco, etico, legato alla realtà di molte donne nel mondo.

Inaugurazione Venerdì 3 maggio alle 17:30 alla presenza dell’artista e delle autorità. Ad impreziosire l’evento la presenza del maestro Santo Angelico con i suoi ritmi jazz.

Sabato 4 maggio alle 17, il comitato scientifico dell’associazione, con la sua presidente Dott. ssa Francesca Catalano, darà vita ad un interessante circle time sull’argomento prevenzione. L’iniziativa ha visto il supporto tecnico di Siracusa Città educativa.

Otto donne, otto storie, più di quaranta fotografie per creare una campagna di prevenzione e lotta contro il cancro che diventa inno alla vita, alla speranza e, soprattutto, alla solidarietà, creando così una rete di sostegno tra i sopravvissuti e coloro che sono sulla via della guarigione.

Questa mostra, particolare nel suo genere, inizia con una splendida affermazione; ‘Una diagnosi precoce ti salva”. Le opere sono la testimonianza di questa affermazione. Frammenti di vita raccolti dalla fotografa siciliana Ylenia Scaglione. L’autrice ha sapientemente tracciato una particolare narrazione per evidenziare i momenti caratteristici della storia di queste donne sopravvissute al cancro. Ylenia Scaglione crea un’atmosfera particolare per ognuna di loro, catturando non solo la gioia di essere sopravvissute, ma anche momenti di nostalgia e, forse, tristezza. La delicatezza dei suoi ritratti ha permesso loro di presentare le cicatrici sui corpi come   rami su un albero secolare, un segno che mostra la storia di ognuna come resistenza all’oscurità. La cicatrice è anche l’albero che cresce dalla ferita più profonda.

La fotografia come testimone di un momento unico è uno strumento terapeutico ed espressivo di grande potenziale emotivo; cattura un pensiero fresco, etico, legato all’alterità e alla realtà di molte donne nel mondo.  Queste donne non si sono lasciate esiliare dalla vita, hanno deciso di trascendere l’interiorità e di fare un passo avanti, hanno rifiutato la periferia e sfidato gli stereotipi. Ognuna si ritrova a mostrare il proprio corpo come una geografia della memoria, una confessione silenziosa, immagini che dissolvono il tempo e le immortalano ricordando la dura strada che hanno dovuto percorrere. Ogni cicatrice sul loro corpo è una porta d’uscita dalla malattia e un’opportunità. Donne che hanno deciso di camminare con le mani tese, lanciando un messaggio potente: il cancro non è sinonimo di morte, tanto meno la sua metafora. C’è speranza nell’anticipare la malattia, perché parlare di prevenzione significa dialogare con l’amore.

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