Buon sangue non mente. Dallo zio ha ereditato la passione per il calcio e la voglia di vincere, a prescindere dalla categoria. Enrico Abbruzzo (nella foto) è il nipote di Tuccio, ex macellaio, molto noto in città per la sua attività commerciale e per i suoi trascorsi nel Siracusa calcio 1924. E’ stato vicepresidente ai tempi di Gino Foti e Claudio Cassone, vincendo dunque il campionato di serie C2 e la Coppa Italia semiprofessionisti nel 1978-79. Un dirigente semplice e capace e con un amore smisurato per l’azzurro. Doti che ha trasmesso al nipote, che due anni fa ha fondato l’Atletico Siracusa, portandolo, al secondo tentativo, dalla Terza alla Seconda Categoria.

Prima del calcio, Enrico Abbruzzo si è cimentato con il calcio a 5. E’ stato fondatore e presidente del Centro Carni Abbruzzo, squadra amatoriale che prendeva il nome dalla sua attività commerciale. Poi si è fatto da parte, ma il richiamo del campo è stato irresistibile. Si è rimesso in gioco nel calcio ma le esperienze di Solarino, con il San Paolo, e Priolo (Città di Priolo) non sono andate come si aspettava. Da qui la decisione di mettersi in proprio e di dar vita ad una creatura tutta sua, l’Atletico Siracusa. A sostenerlo, in questa impresa, il cognato Santo Motta (direttore generale della società), il vicepresidente Antonio Rinauro, che ha trascorsi importanti nel calcio dilettantistico siracusano, e il dirigente Peppe Graziano, segretario della società. Enrico Abbruzzo e il suo staff hanno fatto centro al secondo tentativo, vincendo il campionato di Terza Categoria lo scorso 11 maggio dopo aver sfiorato la promozione nella stagione precedente. Un successo frutto della capacità di programmazione di una società giovane ma con le idee chiare. Una rincorsa lunga e difficile, tramutatasi in gioia sfrenata grazie alla vittoria nello scontro diretto contro l’Azzurra Francofonte.

“Siamo strafelici – dice il presidente Enrico Abbruzzo – per aver raggiunto un traguardo che sembrava irraggiungibile fino ad un mese dalla fine del campionato, visto che avevamo 7 punti di ritardo dalla vetta. Siamo stati bravi a vincere i due scontri diretti casalinghi e la sorte ci ha dato anche una mano, visto che dall’altra gara, quella tra Carlentini e Azzurra Francofonte, è venuto fuori il risultato a noi più congeniale, il pareggio. A quel punto dovevamo semplicemente completare l’opera e lo abbiamo fatto, coronando il sogno promozione. Il futuro? E’ ancora presto per parlarne. Programmeremo per tempo il prossimo campionato, cercando di farci valere anche in Seconda Categoria”. Cambiano i tempi, cambiamo gli scenari, ma la famiglia Abbruzzo rimane un marchio vincente per il calcio aretuseo.

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