“Di fronte all’ennesimo incidente nella zona industriale, il secondo in sei giorni, come sindacato che tutela i lavoratori, mi appello a S.E. il prefetto Giusi Scaduto perché convochi le parti interessate”. Lo dichiara Marco Faranda, segretario generale Fismic Confsal di Siracusa in riferimento all’incidente avvenuto ieri nell’area dell’azienda Versalis nel quale è rimasto ferito un operaio della Sicimontaggi, azienda metalmeccanica che si occupa di manutenzione degli impianti. Sembra che l’operaio stesse manovrando una piccola gru quando durante uno spostamento qualcosa gli è finito addosso. L’uomo è ricoverato nel reparto di terapia intensiva all’ospedale di Siracusa in gravi condizioni.“Il cantiere è stato posto sotto sequestro dalla Procura che sta coordinando le indagini dei carabinieri.  Sarà l’Autorità giudiziaria a verificare che siano stati rispettati tutti i protocolli di sicurezza ed accertare le responsabilità. Ma non intendo continuare a soccorrere lavoratori. Voglio fornire loro le adeguate misure per potere lavorare in sicurezza. Riconosco al prefetto autorevolezza, sensibilità e attenzione verso il territorio: in diverse occasioni ha avuto il ruolo di coordinare e far sedere attorno ad uno stesso tavolo i soggetti per un dialogo costruttivo. La Fismic Confsal non può certo creare una task force che verifichi il rispetto di tutte le norme e le procedure legate alla sicurezza sul lavoro, ma pretende di farne parte e non  può che sollecitarne subito l’istituzione. Se alcuni anni fa è stato istituito un tavolo di questo tipo forse sarebbe il caso di riattivarlo. Chiediamo controlli costanti all’interno degli stabilimenti per verificare che le procedure siano costantemente rispettate. Chiediamo contromisure. Un clima di tensione ed incertezza si respira nella zona industriale. Non possiamo continuare ad assistere passivamente: sindacati, Asp, Ispettorato del lavoro, rappresentanti delle aziende devono riunirsi con il coordinamento della Prefettura. Scriverò oggi stesso a S.E. il prefetto per chiederLe un incontro: siamo preoccupati ed arrabbiati. Non possiamo continuare a garantire lavoro sulla pelle delle persone”.

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