Ogni mese in Sicilia chiudono sempre più imprese di costruzioni, ormai al collasso, e il
grido di allarme di Ance, Cna, Anaepa Confartigianato, Claai, Creda, Confcooperative,
Agci, Legacoop e Casartigiani, continua a restare inascoltato. Da tempo, infatti, le
associazioni di categoria, chiedono a gran voce una modifica del codice degli appalti che,
in atto, penalizza i piccoli imprenditori. Le sigle, in stato di agitazione, annunciano ora che
in mancanza di risposte certe e concrete, porteranno le imprese a manifestare in piazza.
Nelle scorse settimane le associazioni di categoria hanno presentato un documento
contenente la proposta di modifica del sistema di aggiudicazione, incontrato le
rappresentanze politiche presenti all’assemblea regionale, rappresentando inoltre il grave
momento che sta attraversando il settore delle costruzioni non solo per il calo di
investimenti pubblici ma anche per le farraginose regole introdotte dal Codice dei
Contratti, che oggi registra aggiudicazioni delle gare pubbliche con ribassi superiori al
40%.
Le Organizzazioni dell’artigianato fanno fronte comune e richiamano ancora una volta la
politica regionale al ruolo istituzionale che le compete, per avviare un intervento rapido e
mirato a correggere il Codice degli Appalti, i cui effetti devastanti stanno paralizzando un
intero settore, che fino a poco tempo fa era motore trainante dell’economia dell’Isola.
L’attuale Codice degli Appalti, testato e rivisitato in alcuni suoi aspetti, in barba alle
proposte avanzate dalla base mediante le Associazioni di categoria, rappresenta oggi per
il settore un ostacolo più pesante e dannoso della stessa crisi economica degli ultimi anni.
“Ad oltre due anni dall’entrata in vigore del Codice degli Appalti – si legge in una nota
delle associazioni di categoria – riteniamo sia giunto il momento di avviare una riflessione
importante, come già più volte richiesto, sull’impatto del Codice e sui suoi precipitati
pratici. Non possiamo aspettare oltre. Da tempo chiediamo modifiche e mentre le nostre
richieste restano inascoltate, i nostri imprenditori ne pagano conseguenze irreparabili”.

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