Si è concluso, con la conferma della condanna a 5 anni e 3 mesi di reclusione per violenza sessuale, il processo a carico dell’ex arciprete di Augusta, Gaetano Incardona. Il parroco originario di Buccheri, oggi 83enne, è stato tradotto dai carabinieri nel carcere di Ragusa, dove sconterà la pena, diventata esecutiva nei giorni scorsi dopo l’ulteriore sentenza della Corte d’appello di Catania.

L’episodio contestato al parroco risale al 20 febbraio 2013, quando una ragazza allora ventenne si recò alla locale stazione dell’Arma per denunciare le “attenzioni” ricevute nell’ambito di una confessione in chiesa Madre e fu consigliata di ritornare in giornata dal sacerdote munita di microtelecamera, per poter avere una prova documentale certa e inequivoca. Dopo che gli inquirenti acquisirono le immagini, scattò il clamoroso arresto dell’arciprete.

Sia in primo che in secondo grado di giudizio, rispettivamente nel 2015 dal Tribunale di Siracusa e nel 2018 dalla Corte d’appello di Catania, Incardona è stato condannato a 5 anni e 3 mesi ai sensi dell’articolo 609 bis del codice penale, anche se l’ex arciprete si è sempre protestato innocente.

Augusta, abusi sessuali su una 21enne: la Corte d'appello conferma la  condanna per l'ex arciprete Gaetano Incardona - Augusta News

La Cassazione, nell’ottobre del 2019, ha confermato la legittimità dell’applicazione della circostanza aggravante di aver commesso le violenze abusando “dei poteri concernenti la funzione di ministro di culto” ma ha aperto alla possibilità di uno sconto di pena nell’appello bis, nell’ipotesi in cui si riconoscesse la “contenuta invasività degli atti”, come chiesto dalla difesa di Incardona. Una possibilità negata nei giorni scorsi dalla Corte d’appello di Catania, chiudendo definitivamente il processo.

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