«Un aumento spropositato e ingiustificato sulla scia di una crisi economica ancora evidente dopo il periodo pandemico. La Tari rischia di diventare l’ennesimo colpo per alcune fasce sociali che stentano a mantenere un’economia familiare adeguata ai costi.» Così, Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino, segretari generali, rispettivamente, di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati, dicono la loro sulla recente decisione del sindaco di Siracusa, Francesco Italia, di innalzare la tassa sui rifiuti. «Abbiamo atteso invano che tutta la politica e, soprattutto, le associazioni a difesa dei consumatori prendessero una posizione chiara sulla questione – aggiungono i tre segretari – Crediamo che quanto accaduto non possa essere liquidato da polemiche politiche fini a sé stesse e lasciare nel silenzio tutto il resto. Nessuno ha posto l’accento sulle ripercussioni inevitabili che questa decisione avrà sulle tasche dei cittadini e delle famiglie. Questa vicenda sta mostrando la mancanza di sensibilità politica verso i più deboli e i più disagiati – aggiungono ancora Tranchina, Polizzi e Sorrentino – Noi conosciamo bene in che realtà si muovono alcuni strati della società e proprio per questo, prima di adottare questi provvedimenti, sarebbe stato meglio confrontarsi con le forze sociali e con il terzo settore.» È di 312 euro la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2021 da una famiglia nel nostro Paese, con un aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. La regione con la spesa media più bassa è il Veneto (232 euro), dove si registra anche una diminuzione del 4% circa rispetto all’anno precedente. Al contrario, la regione con la spesa più elevata resta la Campania (€416, -0,6% rispetto al 2020). A livello territoriale si registrano aumenti in dodici regioni: incremento a due cifre in Liguria (+10,3%), segue la Basilicata con +8,1%, il Molise con +6,1% e la Calabria con +5,9%; tariffe in diminuzione in sei: in Sardegna si registra un -5% e in Veneto un -3,8%. «Siracusa, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, – continuano i segretari di Spi, Fnp e Uil Pensionati – prima di questo aumento aveva una media di 418 euro, quarta città più cara della Sicilia. Adesso vogliamo contendere il primato a Catania. Abbiamo letto che la nostra città resta virtuosa in materia di raccolta differenziata, addirittura il 50% come dichiarato dall’assessore – dicono ancora – Ma se questa premialità si trasforma in aumento indifferenziato, qualcosa deve essere rivisto. Due aspetti saltano agli occhi: la qualità del servizio di raccolta conseguenza della crisi dei rifiuti in Sicilia e le difficoltà a cui andranno incontro tantissime famiglie che già oggi non riescono a pagare le cifre. La prima rischia di provocare gravi problemi igienico sanitari in molte zone della città dove restano cumuli di spazzatura di ogni tipo, la seconda aprirà lunghi contenziosi e mancati introiti per il Comune. Bisognerebbe, piuttosto, agire per far condividere obiettivi e progetti con i cittadini – concludono Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino – e non con questi aumenti indiscriminati che sanno tanto di sanzione. C’è un mondo che vive una crisi economica senza precedenti. Anziani che percepiscono pensioni bassissime che non bastano a garantire neppure il normale e nuovi poveri che si rivolgono ai centri della Caritas. Si adottino provvedimenti per salvaguardare le fasce più deboli, le periferie sociali si creano proprio con queste decisioni che nascono senza il confronto con il territorio.» Navigazione articoli Un progetto di RFI per la riqualificazione della stazione ferroviaria Il sindaco Italia: «Non più marginale ma una vera porta di accesso alla città» Istat, vola l’inflazione:+8%, cosa significa per le famiglie