Foto Roberto Monaldo / LaPresse 25-10-2022 Roma (Italia) Politica Camera dei Deputati - Dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e voto di fiducia al governo Nella foto Roberto Calderoli 25-10-2022 Rome (Italy) Politics Chamber of Deputies - Programmatic statements by Prime Minister Giorgia Meloni and vote of confidence in the government In the pic Roberto Calderoli

L’appuntamento è fissato per oggi, giovedì 17 novembre. Il ministro per gli affari regionali e le autonomie, il leghista Roberto Calderoli, presenterà – su richiesta delle Regioni – il progetto di “Autonomia differenziata“ come ospite della Conferenza Stato-Regioni guidata dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

Il disegno di legge è in cima alle priorità del ministro Calderoli ma è già diventato un terreno di scontro con le Regioni del Sud, ma anche all’interno della maggioranza, con Fratelli d’Italia che non mostra entusiasmo.

Cos’è l’Autonomia differenziata

L’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario è una potestà che viene riconosciuta dall’articolo 116 della Costituzione dopo la modifica frutto della riforma costituzionale del Titolo V approvata nel 2001.

L’art. 116 della Costituzione, al terzo comma prevede: “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata”.

L’articolo 116, che nel primo e secondo comma riconosce le Regioni a statuto speciale, dunque prevede la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario.

Queste forme ulteriori di autonomia riguardano tutte le materie che l’art. 117, terzo comma, attribuisce alla competenza legislativa concorrente. Ecco quali sono le materie: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.

Lo scontro politico, pro e contro

Il provvedimento è divisivo. “Un provvedimento che genera caos e spacca in due il Paese”, commenta il presidente della Campania, Vincenzo De Luca. Calderoli, però, sottolinea che non c’è alcuna proposta da ritirare, poiché “non è mai stata presentata. Quella sul tavolo è una bozza di lavoro per iniziare a confrontarci e lavorare. Auspico che la versione definitiva di questo testo possa essere scritta con il contributo di tutte le Regioni, perché questa è una bozza aperta ad ogni tipo di proposta”.

Lo scontro riguarda soprattutto i Lep: secondo l’articolo 117 della Costituzione lo Stato ha potestà esclusiva sulla “determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”. De Luca è convinto di poter fare fronte comune con altre regioni come Calabria, Basilicata, Puglia, Molise e Lazio. Tra i governatori favorevoli ci sono non solo i leghisti Luca Zaia e Attilio Fontana, ma anche il governatore dem dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, e il presidente della Toscana Eugenio Giani.

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