Il nuovo decreto legge con i sostegni a famiglie e imprese per le bollette è stato approvato dal Consiglio dei ministri, ieri, martedì 28 marzo: convocata per le 17, la riunione a Palazzo Chigi è iniziata con un’ora di ritardo. Approvato anche il decreto legislativo sul codice degli appalti e il disegno di legge per il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici. Sul tavolo anche il ddl annuale per la concorrenza: non è arrivato il via libera e sarebbero necessari approfondimenti sulle coperture economiche della parte sulle misure in materia di energia.

Quasi cinque miliardi di euro: questo è il valore del decreto bollette, discusso nel Consiglio dei ministri del 28 marzo. Le misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro energia, ha specificato il ministero dell’economia e delle finanze (Mef), sono state ridisegnate su base trimestrale tenendo conto sia dell’andamento dei prezzi dell’energia, sia dell’obiettivo di favorire il risparmio energetico. Vediamo quali sono le misure nel dettaglio.

Il decreto, che dovrebbe essere pubblicato la prossima settimana, prevede per il gas la riduzione dell’Iva al 5% e l’azzeramento degli oneri di sistema nel periodo compreso tra il 1°aprile e il 30 giugno 2023. Prorogata anche l’aliquota Iva, ridotta al 5% per il teleriscaldamento e per l’energia prodotta con il gas metano.  In considerazione della riduzione dei prezzi del gas naturale all’ingrosso, il contributo introdotto a favore dei consumatori fino a 5.000 metri cubi è confermato solo per il mese di aprile e sarà in misura ridotta (pari al 35% del valore applicato nel trimestre precedente).

E la luce? Nella bozza del decreto non si fa riferimento agli oneri sull’elettricità, che rappresentano circa il 20% del costo annuo in bolletta e che quindi dovrebbero tornare in vigore. L’aggravio di costi verrebbe comunque compensato, almeno in parte, dal calo delle tariffe sul mercato. In effetti, secondo le stime, il prezzo della luce dovrebbe scendere di un altro 20% per effetto del calo del costo del gas, il combustibile più utilizzato per produrre energia elettrica.

Desta però certamente più curiosità quanto invece dovrebbe succedere ad ottobre. Il Governo Meloni punta ad introdurre il prossimo autunno un sistema per le bollette che incentivi i nuclei familiari, noto per ora come “bonus famiglie”: un contributo a compensazione delle spese di riscaldamento, una sorta di incentivo al risparmio energetico. Nel decreto si riporta che il bonus verrà erogato “in quota fissa per tutti i cittadini senza limiti di reddito”. Il periodo sarà quello compreso tra i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023, e il bonus verrà elargito nel caso in cui la media dei prezzi giornalieri del gas naturale sul mercato all’ingrosso superi una determinata soglia. 

Si tratta, quindi, di una sorta di compensazione che scatterà quando il prezzo del gas supererà una certa soglia e che dovrebbe incentivare eventuali risparmi, cercando però un equilibrio per evitare di disincentivare l’elettrico, su cui invece si è puntato con forza negli ultimi anni. Secondo una nota del Mef, i criteri specifici per l’assegnazione verranno definiti con un decreto del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze. Attore centrale in questa circostanza è Arera (l’autorità per l’energia), che “determina le modalità applicative e la misura del contributo, tenendo conto dei consumi medi di gas naturale nelle zone climatiche”, riporta il decreto. Le famiglie destinatarie, viene specificato, sono diverse da quelle a cui viene destinato il bonus sociale.

A sostegno delle famiglie bisognose è stato prorogato fino al 30 giugno 2023 il bonus sociale, lo sconto sulle bollette di luce e gas per le famiglie con Isee fino a 15mila euro. La platea è di circa 4,5 milioni di nuclei. Le imprese potranno invece continuare a beneficiare fino al 30 giugno dei crediti d’imposta al 40% e al 45%, se nel primo trimestre del 2023 hanno registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas superiore al 30% rispetto al primo trimestre del 2019. Per l’anno di imposta 2022, inoltre, agli imprenditori agricoli che producono e cedono energia fotovoltaica viene garantito un regime di tassazione più favorevole in riferimento all’energia ceduta: tale vantaggio si baserà sul minor valore tra il prezzo medio di cessione dell’energia elettrica, determinato dall’Arera e il valore di 120 euro/MWh. 

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