Il caro energia colpisce duro le tasche degli italiani, tanto che non mancano casi in cui chi dovrebbe pagare non ce la fa a rispettare le scadenze.

Il governo attuale è per ora alla finestra. Cerca di capire come si concluderà la partita tutta europea sul tetto al prezzo del gas, il cosiddetto “price cap”. Nel frattempo però, nell’attesa che il 13 ottobre si insedi il nuovo parlamento, la leader di FdI e candidata premier Giorgia Meloni continua a tessere la tela del governo che verrà e punta a chiudere la partita, possibilmente, entro il 20 ottobre.

Tra 18 giorni si riunirà infatti il Consiglio europeo. E, una volta ricevuto l’incarico dal Quirinale e se la squadra sarà pronta, la presidente di Fratelli d’Italia potrebbe forse giurare in tempo utile per portare il dossier energia personalmente a Bruxelles, partecipando al vertice da premier accanto agli altri leader internazionali.

Ebbene, bisogna sapere che i ministri europei dell’Energia hanno di recente raggiunto un accordo politico in merito alle misure da attuare al fine di mitigare gli alti prezzi dell’elettricità. Tra questi si annovera, il taglio dei consumi.

Ma non solo, anche un tetto agli extra – ricavi per i produttori di energia elettrica e il contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili. Entrando nei dettagli è stata concordata una riduzione volontaria del consumo lordo di elettricità pari al 10%.

In particolare, così come concordato in occasione dell’ultimo Consiglio dei ministri dell’Energia dell’Unione Europea, l’obiettivo è quello di applicare una riduzione obbligatoria della domanda di energia elettrica del 5% nelle ore di punta.

A tal fine, pertanto, i vari Stati membri, nel periodo compreso tra il 1° dicembre 2022 e il 31 marzo 2023, saranno liberi di scegliere le misure ritenute più idonee al fine di ridurre il consumo di energia. Il tutto, come già detto, fermo restando una riduzione nelle ore di punta pari al 5% che verrà applicata grazie agli smart meter.

Ma è tutto da costruire, a cominciare dalle coperture da trovare.

Le ipotesi

Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe una moratoria a tutela di famiglie e imprese per le bollette non pagate. Potrebbe essere di almeno sei mesi: in quell’arco temporale non si rischierebbe di vedersi staccata la luce o il gas. Tra le soluzioni allo studio anche l’aumento della base Isee per i bonus o le aliquote del credito di imposta, che però assottiglierebbero non poco il “tesoretto” di 10 miliardi a disposizione per i nuovi sostegni.

I rischi connessi a un nuovo scostamento di bilancio

La coperta delle risorse per finanziare le diverse misure appare ancora una volta corta. Per reperire altri fondi, oltre al “tesoretto”, in ambienti parlamentari si ipotizza un nuovo scostamento di bilancio. Una possibilità che potrebbe mandare in fibrillazione i mercati. Un aspetto considerato delicato da tutti gli interlocutori, alla luce anche della recessione in atto in Germania (che ha già messo sul piatto 200 miliardi), nel Regno Unito e della recessione tecnica degli Stati Uniti. Di conseguenza in questo difficilissimo quadro internazionale un extra deficit italiano potrebbe rappresentare più una complicazione che un aiuto, si ragiona. Sta di fatto che qualsiasi decisione potrà essere presa solo ed esclusivamente dall’esecutivo entrante, a prescindere da qualsiasi suggestione o considerazione di opportunità politica.

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