La corsa dell’inflazione ha fatto lievitare negli ultimi mesi il cosiddetto carrello della spesa. Pane, pasta e non solo, anche prodotti per l’igiene o per l’infanzia, con prezzi in continuo aumento, mentre le famiglie arrancano e fanno fatica ad arrivare a fine mese. Un’impennata a cui il governo intendere porre un freno. Come e quando? La data da segnare sul calendario è quella del 1° ottobre, giorno in cui avrà inizio il trimestre anti-inflazione per il carrello della spesa: tre mesi in cui ci saranno i prezzi calmierati sui prodotti di più largo e generale consumo, compresi i prodotti per l’infanzia.

Lo prevede il protocollo di intesa sottoscritto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dai rappresentanti delle associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale. L’obiettivo di questo piano è quello di accelerare il processo di rientro dell’inflazione in corso negli ultimi mesi, come specificato in una nota pubblicata sul sito del Mimit e sottoscritta dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e dai presidenti delle associazioni firmatari: “Tale rallentamento risulta raggiunto anche grazie al lodevole sforzo delle associazioni e delle imprese della distribuzione che hanno sottolineato come i dati statistici indichino che nel corso degli ultimi diciotto mesi le stesse abbiano assorbito una parte dell’aumento dei costi di acquisto dei prodotti destinati al consumo, svolgendo un ruolo fondamentale – attraverso una efficace campagna di iniziative commerciali a vantaggio dei consumatori e cittadini – nel contenimento dei prezzi dei beni di largo consumo e nella tutela del potere di acquisto delle famiglie”.

“Con il paniere calmierato – ha spiegato il ministro – siamo convinti di poter dare un definitivo colpo all’inflazione riconducendola a livelli naturali. Proprio ieri secondo i dati Ocse, l’inflazione in Italia nell’ultimo mese scende dal 7,6% al 6,4%, con un calo di 1,2 punti percentuali, maggiore a quello registrato nell’area Ocse dove l’indice dei prezzi al consumo si è ridotto in media dello 0,8%”.

“L’obiettivo condiviso tra il Ministero” delle Imprese e del Made in Italy, “e le associazioni firmatarie della presente dichiarazione è quello di offrire prezzi calmierati su una selezione di articoli rientranti nel cosiddetto ‘carrello della spesa’ e di prima necessità, nel rispetto della libertà di impresa e delle singole strategie di mercato”, si legge ancora. “Tale risultato potrà essere perseguito attraverso modalità flessibili e sotto l’egida dell’iniziativa anti-inflazione del Mimit (es. mediante l’applicazione di prezzi fissi, attività promozionali sulle referenze individuate, ovvero mediante iniziative sulla gamma di prodotti a marchio (cd. private label), carrelli a prezzo scontato o unico, ecc.). Dopo numerosi incontri svolti con le associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale al fine di raggiungere la più ampia partecipazione degli altri attori della filiera, si è preso atto che le associazioni dell’industria coinvolte, non hanno fornito la propria disponibilità a sottoscrivere il protocollo proposto e partecipare sin qui all’iniziativa del trimestre anti-inflazione”.

Entro il 10 settembre saranno definite con le associazioni che hanno sottoscritto l’accordo, che riguarda anche beni primari non alimentari come i prodotti per l’infanzia, le modalità del “trimestre anti inflazione”, che durerà dal 1 ottobre al 31 dicembre e che prevedrà prezzi calmierati su una selezione di articoli rientranti nel “carrello della spesa”, attraverso diverse modalità, come l’applicazione di prezzi fissi, attività promozionali sui prodotti individuati, o mediante iniziative sulla gamma di prodotti a marchio come carrelli a prezzo scontato o unico.

“Qualunque determinazione, promessa o impegno sul valore del prodotto finito, non può prescindere da un coinvolgimento di tutti gli operatori della filiera alimentare nel senso più ampio. Ci riferiamo a tutti coloro che, a vario e diverso titolo, contribuiscono a formare i costi di produzione (materie prime, energia, packaging, logistica etc.) e concorrono dunque a comporre il valore finale del prodotto”. Così le associazioni che raggruppano l’industria di trasformazione, Assica, Assitol, Assocarni, Assolatte, Italmopa e Unione italiana food , in una nota, spiegano la propria posizione sulla lettera d’intenti con cui avviare il ‘Trimestre anti-inflazione’.

“Ci dispiace constatare quanto Federdistribuzione in queste ore ha affermato tramite i mezzi stampa”, commentano. E ribadiscono come “pur condividendo la necessità di supportare il consumatore italiano e pur disponibili a collaborare fattivamente con tutte le parti interessati in questa direzione, ci troviamo tuttavia a non poter trascurare una serie di ragioni tutt’altro che pretestuose e strumentali, come si è affermato”.

Per le associazioni infatti, sarebbe necessario coinvolgere nel progetto “tutti coloro che, a vario e diverso titolo, contribuiscono a formare i costi di produzione (materie prime, energia, packaging, logistica etc.) e concorrono dunque a comporre il valore finale del prodotto. Le voci di costo che producono il prezzo finale di un bene hanno un ruolo decisivo sul valore del bene stesso e gli avvenimenti degli ultimi anni hanno reso spesso insostenibili i costi di produzione, per cui un impegno sul valore del prodotto finito che non consideri l’incidenza di questi costi, sarebbe deprivato di una componente essenziale e quindi totalmente sbilanciato sugli attori della filiera a valle”.

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