Tony Drago è stato ucciso. L’udienza preliminare di questa mattina a Roma ha con ogni probabilità allontanato una volta e per tutte quella ricostruzione che, dal primo momento e con fretta apparsa sospetta, liquidava il caso come un suicidio. Una ipotesi combattuta e contrastata con ogni forza dalla famiglia del caporale siracusano Una lotta coraggiosa che segna oggi un deciso punto a favore della verità. “E’ andata benissimo, le nostre aspettative sono state soddisfatte”, commenta Dario Riccioli, il legale della famiglia di Tony Drago. I periti nominati dal gip hanno confermato che non sarebbe verosimile una morte sopraggiunta per precipitazione. Pertanto l’unica ricostruzione plausibile è quella di un omicidio. “Una aggressione in due tempi”, spiega ancora Riccioli. Adesso il procuratore dovrà scegliere se chiedere l’archiviazione (“francamente difficile, dovrebbe spiegare tante cose…”) o fare richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo nei confronti degli otto indagati. “Sono i responsabili morali della morte di Tony Drago: dovevano vigilare e non l’hanno fatto. Ma adesso ci aspettiamo che si indaghi anche per scoprire gli autori materiali del delitto. Chi lo deve fare, lo faccia”. Il corpo del giovane caporale dell’esercito venne trovato senza vita nel cortile della caserma Sabatini di Roma, sede dell’Ottavo Reggimento dei Lancieri di Montebello. Era il luglio del 2014. Navigazione articoli Villa Salus, migrante operato agli arti inferiori Unitalsi, giornata nazionale nel fine settimana