Durante l’ultima bellissima stagione dell’Ortigia, a un certo punto, il suo tecnico, Stefano Piccardo, ha
deciso di non parlare più pubblicamente. Aveva bisogno di concentrarsi solo sul suo lavoro, dopo una stagione piena di insidie, di rabbia e fatica per gli allenamenti itineranti, le condizioni difficili legate al periodo di chiusura della Cittadella. Dopo il terzo posto in campionato e la qualificazione alla Champions League, traguardi che sono seguiti alla splendida avventura in Coppa Italia, con un secondo posto storico, l’allenatore biancoverde si è concentrato sull’Under 20, che ha portato allo scudetto nelle ultime due stagioni e che adesso ha appena condotto alla Final Four, con l’obiettivo di centrare uno storico tris. Un risultato che è il frutto di un lavoro e di un progetto lungimirante sposato dal club in ambito giovanile, arricchito anche dall’accordo con l’Ekipe Orizzonte, che ha allargato il bacino di giovani talenti della pallanuoto siciliana. In attesa di fine agosto, quando la Final Four si disputerà a Siracusa, Piccardo ha
deciso di parlare di giovani e di prima squadra, tra bilanci di questa annata e speranze per il futuro.
Innanzitutto, si parte dall’Under 20 e dalla qualificazione alla terza finale scudetto consecutiva: “Un ottimo risultato che rappresenta anche il primo passo dell’accordo che, a livello giovanile, abbiamo fatto con l’Ekipe Orizzonte, un’idea lungimirante perché il gruppo dell’Under 20 di quest’anno è quello che il prossimo anno farà il campionato Under 18 e la Serie B. Sono ragazzi che hanno dimostrato di avere qualità, perché non era facile uscire da vincitori dal girone di semifinale di Roma, ma noi ci siamo riusciti con pieno merito. Per noi, per il movimento siciliano, tre finali di fila sono qualcosa di straordinario, non credo di sbagliare se dico che è la prima volta che, a livello giovanile, un club siciliano riesce a fare una cosa simile. Questo è l’unico progetto intelligente che tu puoi fare nella pallanuoto attuale, è la vera
possibilità che può avere un club come il nostro, che è una famiglia, perché alla fine è la famiglia Marotta che porta avanti tutto con la sua passione, contro una realtà di tre o quattro società che hanno un altro potenziale economico”.
E su questo tema, il coach dell’Ortigia esprime tutte le perplessità su come la gran parte del territorio siracusano sia indifferente nei confronti di quello che il club biancoverde sta facendo: “Quello che a me in questi anni ha sempre stupito è il fatto che un’eccellenza come l’Ortigia non venisse sostenuta e affiancata dalle eccellenze economiche del territorio. Abbiamo avuto problemi con la gestione dell’impianto, con il Comune, ma adesso che la situazione sembra essere tornata in essere, trovo folle che non ci sia la corsa a sostenere il club, che non si leghi l’isola di Ortigia, ormai uno dei luoghi turistici più noti al mondo, con la squadra Ortigia, che porta in alto questo nome in giro per l’Europa e anche oltre. La società ha dimostrato di avere le idee chiare, è capace di far le cose, è migliorata in tutti i settori, dovrebbe essere naturale sostenerla. Abbiamo bisogno che qualcuno affianchi la società, con le sponsorizzazioni, le partnership, perché la crescita che c’è stata in questi anni sarà esponenziale anche nei prossimi, ma se tu non hai il territorio dietro poi diventa difficile. Ultimamente abbiamo vissuto solo annate ottime, con tanti risultati importanti, ma poi nello sport arrivano anche anni meno positivi, perché non è facile riuscire a fare ogni anno quello che abbiamo fatto. Ed è per questo che dobbiamo costruire per il futuro”.
“Quello che è accaduto con Francesco Condemi – continua Piccardo – è normale, è il libero mercato, dove chi è più grosso e ha più mezzi ha la meglio su chi è più piccolo, per tale ragione devi attrezzarti per trovare alternative. Da soli si può fare tanto, ma nello sport ad alto livello c’è bisogno di aiuto per continuare a mantenere certi livelli in modo stabile. Credo che sia un piacere per tutti avere un’eccellenza come l’Ortigia, però bisogna contribuire tutti, con abbonamenti, con sponsorizzazioni, serve il supporto del territorio. Solo così si può progettare. Ora inizia un quadriennio importante, quattro anni che, indipendentemente da chi sarà l’allenatore, nell’idea della società sono fondamentali, perché puoi portare dei giocatori del tuo vivaio alle Olimpiadi, puoi rafforzare questa posizione che hai raggiunto e cercare di continuare a crescere a livello giovanile, dove hai intrapreso una strada di un certo tipo. E quando programmi serve sostegno ampio, perché in questi anni l’Ortigia sta facendo miracoli nonostante tutto, ha fatto risultati, ha resistito ad annate di Covid, a finali europee cancellate, la proprietà è solida”.
Il problema però, secondo il tecnico ligure, “è continuare a confermarsi a questo livello e, per farlo, servono scelte programmatiche e qualcuno che investa sulla società. Siamo un brand che funziona, negli ultimi anni abbiamo triplicato i fan e i follower sui social, siamo seguiti fuori dalla Sicilia, all’estero. L’Ortigia ha un nome, una storia, dei colori accattivanti. Ogni anno mi chiedo come mai un’azienda siciliana forte non venga a bussare da noi per sostenerci, camminare insieme, costruire una stabilità a questi livelli o migliorare ancora i risultati”.
Infine, una valutazione sul mercato dell’Ortigia e sulla qualità della rosa costruita per la prossima impegnativa stagione: “Abbiamo lasciato andare 5 giocatori, ne abbiamo messi dentro 4, abbiamo circa 70 gol da sostituire, cioè quelli di Francesco Condemi. Ci siamo mossi bene, le idee che avevamo le abbiamo realizzate. Sicuramente, a livello difensivo, l’assenza di Rossi sarà importante, per una serie di motivi tattici e tecnici. Dovremo ricostruire un po’ il meccanismo difensivo al centro in situazioni di uomo in meno, che ha funzionato bene nel finale di stagione. Credo, però, che abbiamo lavorato per dare continuità al progetto e che la società ha agito molto bene per allestire la squadra, che è molto simile a quella dell’anno scorso e può giocarsela con tutti. Come sempre”.

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