Si è tenuta ieri, venerdì 17 marzo, la partecipata iniziativa promossa da CNA Siracusa sulla presentazione del IV rapporto dell’osservatorio burocrazia sugli Appalti Pubblici.
Un’importante occasione di confronto sullo stato dell’arte delle gare e dei pubblici incanti con
riferimento alla micro e piccola impresa.
All’incontro erano presenti il segretario generale di CNA, Otello Gregorini, il responsabile delle
relazioni istituzionali di CNA, Marco Capozi, la presidente territoriale, Rosanna Magnano, i
vicepresidenti regionali, Innocenzo Russo e Floriana Franceschini e il presidente della commissione
antimafia all’Ars, Antonello Cracolici. Hanno inoltre partecipato il prefetto di Siracusa, Giusy
Scaduto e rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni.
I lavori sono stati coordinati dal segretario territoriale di CNA Siracusa, Gianpaolo Miceli.

Un mercato in costante crescita, quello degli appalti pubblici italiani. Ma che si polarizza sempre di più verso le dimensioni maggiori. Tagliando fuori dalla partita le micro e piccole imprese, vale a dire l’ossatura dell’apparato produttivo nazionale, e favorendo piuttosto la parte progettuale rispetto a quella esecutiva dei lavori. Così il mercato degli appalti pubblici si è trasformato nella cartina di tornasole delle difficoltà burocratiche che incontrano quotidianamente artigiani e piccole imprese.
Quello presentato è stato un lavoro certosino frutto dell’analisi di oltre 6.000 bandi che riguardano 28 città italiane. Il valore monetario complessivo del mercato degli appalti pubblici nel nostro Paese ha sfiorato i 200 miliardi di Euro nel 2021. Una crescita vertiginosa: nel 2016 si fermava poco oltre i 100 miliardi, tanto per fare un confronto. Ma il costante aumento non ha modificato la sostanza del mercato. Permangono le gravi difficoltà nella partecipazione delle piccole imprese alle procedure di gara, prima di tutto a causa dell’incremento dei volumi dei bandi nelle classi d’importo maggiore, che automaticamente emargina le piccole imprese, accrescendo il fenomeno dei sub-appalti perché solo in rari casi le imprese aggiudicatarie sono poi in grado di realizzare i lavori. Altro tema è la tendenza a non utilizzare ancora pienamente le procedure telematiche, così da portare oltre il 30% degli appalti con processi cartacei e il 40% dei processi senza una adeguata trasparenza nella pubblicazione degli esiti di gara, tutti elementi di forte criticità.

A Siracusa e provincia si registrano luci ed ombre, a fronte di una maggiore digitalizzazione delle procedure (8 su 10 vengono svolte in piattaforme digitali) si rileva una forte carenza di trasparenza
per cui l’80% delle stazioni appaltanti non pubblicano alcun dato relativo all’aggiudicazione (data di aggiudicazione, totale delle imprese che presentano le offerte, percentuale di ribasso aggiudicata,
soglia di anomalia).
Tra le proposte avanzate anche quella della istituzione di un osservatorio regionale sulla spesa pubblica che determini un monitoraggio degli appalti, specie quelli connessi al PNRR e alla programmazione comunitaria, un appello prontamente colto dal presidente Cracolici che ha dichiarato l’intenzione di realizzare presso la commissione antimafia all’Ars questo strumento di trasparenza e legalità.
“È un paese che continua a legiferare senza tener conto della propria identità – ha dichiarato
chiudendo i lavori il segretario generale Gregorini – assistiamo alla produzione di norme pensate
verso un mondo che non esiste, calibrate verso il 3% di grandi imprese che non costituiscono
neanche lontanamente l’ossatura del sistema economico nazionale. È tempo di agire con coerenza e
sostenere un mondo che può dare una grande mano nella spesa dei fondi pubblici contribuendo ad
una crescita di tutto il Paese“.

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